mercoledì 3 settembre 2014

Un Fabio Aru spettacolare infiamma la Vuelta

Sono tanti i nomi importanti presenti alla Vuelta a Espana, da Contador a Froome, da Valverde a Purito Rodriguez.


Non è facile ritagliarsi un piccolo spazio tra questi campioni, che hanno dimostrato dal primo giorno di volersi accaparrare la corsa a tutti i costi. Per svariati motivi, tutti loro hanno qualcosa da dimostrare in queste tre settimane: Contador e Froome per gli infortuni capitati durante il Tour de France che hanno scombussolato i loro piani; Valverde nella stessa Grande Boucle è stato colui che ha deluso più di tutti, non riuscendo mai a tenere il passo di Nibali, nonostante fosse l'unico vero avversario rimasto a contendere il titolo al siciliano; Quintana deve legittimare la sua vittoria al Giro d'Italia, ma la caduta nella crono di ieri lo ha costretto al ritiro; c'è anche l'altro colombiano Uran che vuole mettere definitivamente alle spalle i due secondi posti ottenuti nella maggior manifestazione italiana.
Tra tutti questi però spunta un altro corridore, un giovane ragazzo toscano, che si è fatto già notare nell'ultima edizione del Giro d'Italia, piazzandosi proprio alle spalle di Uran e Quintana.
Quella maglia dell'Astana che porta su di sé potrebbe creargli qualche fastidio e un po' di pressione, visto cosa è stato capace di fare Vincenzo Nibali con la stessa uniforme.

Fabio Aru però sta dimostrando di non aver paura, è rimasto sempre lì, attaccato agli scalatori più esperti, e nelle prime tappe ha limitato i danni perdendo solo pochissimi secondi.
Ieri è arrivata la cronometro e il 20enne si aspettava una prova di sacrificio, anche perché non poteva vedere i suoi diretti avversari da vicino. Sul traguardo i secondi di distacco da Contador e Uran erano leggermente troppi, qualcosa di più rispetto al tempo che il toscano mirava ad ottenere.


Da un ragazzo giovane e con poca esperienza, ti aspetti che questa delusione possa essere fatale, che il giorno dopo in una tappa importante, possa pagare a livello mentale.
E invece eccolo lì, tranquillo ma determinato ancora a dare battaglia ai più forti, a non mollare neanche un centimetro. L'asperità si trova negli ultimi dieci kilometri della tappa e fino all'inizio dell'ascesa nessuno dei big mostra segni di cedimento, tranne Cadel Evans che ha dovuto recuperare sul gruppo in seguito ad una foratura.

La fuga in atto con Kiryenka e Dario Cataldo a tirare il gruppo della maglia rossa, fanno pensare anche ad un possibile scatto di Froome nel finale, ma è proprio il capitano del team Sky che non riesce a tenere il ritmo del suo compagno di squadra e pian piano perde posizioni nel plotone.
La caparbietà dell'inglese però è invidiabile e gli permette di rimanere attaccato alla coda del gruppo di testa. Quando il traguardo si avvicina e mancano pochi kilometri alla fine, si susseguono una serie di attacchi ma nessuno riesce a guadagnare tanto da garantirsi la vittoria. Ci provano Daniel Martin, Gesink, Navarro ma è tutto inutile.
Contador e gli altri non permettono a nessuno di avvantaggiarsi, finché l'unica maglia celeste del gruppetto ormai formato da una quindicina di unità, si sgancia per la prima volta. 
Aru c'è e vuole farlo notare anche agli altri che si riportano immediatamente su di lui. Passa qualche secondo, Froome si riporta persino tra i corridori di testa, ma il toscano dell'Astana ha capito di stare bene.
Altro scatto, stavolta sembra decisivo. Nessuno gli va dietro, rimangono quell'attimo di troppo a pensare, e quei metri sono fondamentali per Fabio.
Manca meno di un chilometro all'arrivo al Santuario di San Miguel de Aralar e Aru inizia a sentire odore di vittoria. E' un'occasione d'oro per lui e non la getta via. Gli altri rimangono lì a guardarsi a vicenda, e solo negli ultimi metri Contador, Rodriguez e Valverde si danno battaglia per gli abbuoni.

Ma al toscano non interessa, lui ha già alzato il suo pugno al cielo, conquistando la sua prima vittoria nella sua prima apparizione alla Vuelta. Non sono tanti i secondi guadagnati su chi lo precede in classifica, ma il morale è sicuramente alle stelle per un trionfo inaspettato davanti ai più forti degli ultimi dieci anni.

Siamo solo alle prime montagne e forse Aru non ripeterà l'impresa di Nibali che vinse la corsa nel 2010, ma sicuramente ce ne farà vedere ancora delle belle, Contador e compagnia sono stati avvisati.

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