giovedì 28 agosto 2014

Niente Champions per il Napoli, Il Bilbao resta tabù per le italiane

E' già stata l'ultima volta in cui il Napoli, quest'anno, ha dovuto ascoltare la musichetta dei campioni. Eppure per 15 minuti, i partenopei hanno accarezzato il sogno di approdare nella Champions per la terza volta negli ultimi quattro anni, ma i difetti della squadra di Benitez hanno avuto il sopravvento.


L'1-1 del San Paolo avevano sollevato molti dubbi sulla tenuta dell'undici capitanato da Marek Hamsik, sia per le poche occasioni create, sia per il gioco espresso. L'Atletico Bilbao aveva sicuramente una forma migliore, sia per la preparazione iniziata qualche giorno prima, sia per aver già giocato partite ufficiali di campionato. Ma una squadra come quella di Benitez non può prendersela con il sorteggio o con lo stato di forma degli avversari.

In Spagna sarebbe bastato un gol di vantaggio o perfino un pareggio dalle due reti in su, ma per arrivare all'obiettivo bisognava scardinare la difesa ben organizzata del gruppo guidato da Valverde. Il primo tempo non si è vista però la cattiveria che ci si aspettava da Higuain e compagni.
Lo spagnolo sembrava l'unico veramente intenzionato ad aumentare il suo bottino contro i baschi, dopo le 9 reti segnate nei precedenti incontri, ma da solo faceva poca paura alla porta dei biancorossi.
Le fasce non si sono viste, con Mertens e Callejon fuori partita, Hamsik una meteora, la difesa messa sempre sotto stress con le scorribande del reparto offensivo dell'Atletico. I primi 45 minuti il Napoli però regge grazie soprattutto alle chiusure di Koulibaly e le parate di Rafael che non fa rimpiangere la mancanza di Reina.

La scelta di Gargano davanti alla difesa e l'esclusione di Inler crea molte perplessità, il Napoli imposta poco
ed è molto confuso, mentre i baschi arrivano rapidamente nell'area azzurra. Ma nel secondo tempo l'undici di Benitez entra con un altro piglio e dopo un minuto Hamsik, fino a quel momento inesistente, sorprende tutti compreso De Laurentiis che non aveva ancora preso posizione in tribuna e piazza la perla da fuori area, colpendo nell'angolino destro basso, imparabile per Iraizoz.
L'Atletico sembra accusare il colpo, il Napoli vuole chiudere i conti, il gioco inizia a passare sempre per il centro, tra i piedi del capitano slovacco, le ali si liberano, ma la "cresta" spreca.

Poi la follia in pochi minuti. Il pareggio arriva su calcio d'angolo, blocco centrale di un giocatore spagnolo, Aduriz si trova tutto solo al centro e segna indisturbato. Partita e situazione generale in parità. Ma anche questa fase dura poco perché su un lancio innocuo dalla difesa, Britos, Zuniga e Koulibaly si guardano a
vicenda e Aduriz ne approfitta anticipando tutti compreso Rafael fermo a metà strada.
Lo stadio di San Mamés esplode, adesso il Napoli non capisce più nulla. Benitez butta nella mischia anche Insigne e Zapata per Mertens e Hamsik, ma cambia poco anche perché su un altro svarione difensivo il Bilbao chiude i conti.

3-1 finale e il Napoli si inserisce nella lista delle squadre italiane che non hanno mai vinto nella provincia della Biscaglia. Ancora una volta l'Italia dovrà rinunciare alla numerosa presenza di squadre nella massima serie, con le sole Juventus e Roma presenti ai sorteggi di oggi pomeriggio per la fase a gironi. Fase a cui parteciperanno tante squadre a sorpresa come il Malmoe o il Maribor che hanno eliminato rispettivamente Salisburgo e Celtic. Ma la grossa novità arriva dalla Bulgaria, che non piazzava una squadra nei gironi dal 2006 con il Levski Sofia che si qualificò escludendo il Chievo Verona. Stavolta a compiere l'impresa è stato un brutto ricordo della Lazio, il Ludogorets che ha avuto la meglio sulla Steaua Bucarest, non senza colpi di scena: gol al 90' che ha permesso ai bulgari i supplementari, espulsione del portiere Stojanov al 119' a sostituzioni finite e il difensore Moti a prendere il suo posto.
L'epilogo è da fantascienza: Moti segna il primo rigore, para il secondo di Parvulescu, e andati ad oltranza, para il settimo di Rapa. Rumeni increduli e bulgari qualificati.
Molto bene anche Bayer Leverkusen e Arsenal, con i tedeschi che hanno dominato contro il Copenaghen, con una Kiesling mattatore della serata, mentre gli inglesi hanno dovuto difendere il risicato vantaggio, per 25 minuti in inferiorità numerica, contro i turchi del Besiktas.

Oggi toccherà a Torino e Inter risollevare l'onore italiano in Europa con i ritorni dell'ultimo turno di qualificazione per l'Europa League.

mercoledì 27 agosto 2014

Al primo turno degli US Open, il cemento americano porta bene all'Italia

Primo turno senza sorprese a Flushing Meadows, con tutte le teste di serie passate al successivo senza grossi problemi.

Tra i primi 20 del tabellone maschile, devono ancora affrontare la loro prima partita Gulbis, Cilic, Dimitrov, Feliciano Lopez che non avrà vita facile contro il croato Dodig e il numero 6 del seeding, Thomas Berdych, atteso da una partita che sicuramente gli creerà qualche grattacapo, poiché dall'altra parte troverà l'australiano Hewitt.

Solo un set è stato lasciato per strada dai primi 5, e precisamente da Ferrer, che si è fatto sorprendere nel terzo dal giovane bosniaco Dzumhur, per poi chiudere in scioltezza nel quarto. Solo 7 giochi per lo sconosciuto argentino Schwartzman contro Novak Djokovic, che sembra in piena forma, mentre hanno avuto bisogno di tie-break sia Federer per battere Matosevic (sotto gli occhi di Michael Jordan), sia l'altro svizzero Wawrinka che ne ha dovuti vincere due per avere la meglio sul ceco Vesely. Un po' di fatica anche per Murray che ha risolto la pratica contro Haase in quattro set.
Gli unici risultati fuori pronostico sono arrivati da Stepanek, eliminato dal qualificato Bachinger, Benneteau che si è dovuto arrendere al connazionale Paire, dopo l'ottima prestazione di Cincinnati dove era arrivato in semifinale, e Youzhny uscito contro l'australiano Kyrgios il quale però non è più una sorpresa. Molto bene i padroni di casa, da Isner a Querrey. Deve ancora giocare Harrison, ma la sua sarà un'impresa con il bulgaro Grigor Dimitrov. 
L'eroe del giorno è sicuramente il dominicano Estrella, che ha ottenuto la sua prima vittoria in uno Slam a 32 anni, tra l'entusiasmo del pubblico americano. Al prossimo turno lo aspetta il giovane Coric che ha eliminato il vincitore di Winston-Salem, Lukas Rosol.  


Benissimo gli italiani, tutti vincenti nelle loro rispettive sfide. Ottima prova di Fognini che non ha avuto grosse difficoltà nel battere il kazako Golubev, così come per Paolo Lorenzi che ha approfittato del facile cliente che si trovava di fronte, il giovane giapponese Nishioka, il quale ha dato forfait dopo due set dominati dal romano.
Possiamo sognare un sedicesimo tutto italiano, tra Seppi e Bolelli, anche se entrambi dovranno prima sconfiggere i loro avversari del secondo turno, proprio l'australiano Kyrgios e Tommy Robredo. Per Andreas la prima partita è stata una passeggiata, nonostante l'avversario non così semplice, l'ucraino Stakhovsky, mentre per Simone ci sono voluti ben 5 set per prevalere sul giovane Pospisil. 


Tra le donne, le uniche a farsi sorprendere tra le teste di serie, sono state la spagnola Muguruza contro la Lulic, la Kuznetsova che si è dovuta arrendere alla Erakovic, ma la notizia del giorno è stata sicuramente la sconfitta della numero 12 Dominika Cibulkova, battuta in tre set dalla 15enne americana Catherine Bellis, numero 1208 del ranking WTA, diventata così la più giovane tennista a vincere un match agli Us Open, superando anche la storica Anna Kournikova.

La piccola Bellis, non è stata l'unica statunitense a passare il turno. Come lei hanno fatto molto bene la McHale, Madison Keys, Nicole Gibbs che ha sorpreso la francese Garcia, la Rogers un'altra promettente giovane che sfiderà la nostra Pennetta al secondo turno, e ovviamente Sloan Stephens e le sorelle Williams, anche se Venus ha ricevuto qualche grattacapo dalla giapponese Date-Krumm.


Qualche difficoltà nel primo set anche per la Halep, mentre non hanno avuto problemi la Bouchard, sembrata in netta ripresa dopo le ultime deludenti prestazioni, la Sharapova che ha regolato in scioltezza l'altra russa Maria Kirilenko, la Kvitova, la Ivanovic, la Radwanska e la Jankovic le quali non hanno lasciato nemmeno un set alle avversarie. Turno passato con qualche sofferenza in più sia per Caroline Wozniacki, con la Rybarikova che ha abbandonato il campo quando erano un set pari, sia per Vika Azarenka che ha dovuto sudare molto prima di avere la meglio contro la giapponese Doi.


Luci ed ombre per le nostre ragazze, con Roberta Vinci, Sara Errani e Flavia Pennetta, passate al secondo turno, con facilità le prime due, con qualche difficoltà in più la brindisina che ha dovuto giocare il suo miglior tennis contro la Goerges, con il 6-1 del terzo set che non rende giustizia alla tedesca.
Niente Serena Williams per la leonessa, Francesca Schiavone, arresasi non senza combattere contro la americana di origini thailandesi, Vania King. Fuori anche Karin Knapp, battuta in due set dalla Pironkova, e ancora tanti rimpianti per le tante occasioni sprecate da Camila Giorgi. Vinto il primo parziale per 6-1, anche nel secondo set sembrava in pieno controllo, prima di farsi controbreakkare in un paio di occasioni regalandolo per 7-5 alla Radionova. Tanti errori non forzati anche nel terzo gioco, con l'australiana che ha chiuso 6-3 togliendoci la gioia di un derby azzurro tra Camila e la Errani.

martedì 26 agosto 2014

LaPizza del Martedì

La stagione di sport entra nel vivo!

Nella settimana da poco conclusa, tanti gli eventi lasciati alle spalle: l'inizio del campionato spagnolo di calcio, gli europei di atletica e nuoto terminati con tante soddisfazioni per l'Italia, le qualificazioni per quelli di basket, il The Barclays per il golf, il ritorno della Formula 1 con il GP del Belgio, la Vuelta di Spagna appena partita, e l'inizio del prestigioso US Open di tennis.


Cominciando dal calcio si è aperta col botto la stagione in Spagna, con la vittoria dell'Atletico Madrid per 1-0 nel ritorno per la Supercoppa, punteggio utile per avere la meglio sui rivali del Real che non erano andati oltre l'1-1 all'andata.
Ancora un trofeo importante per la squadra di Simeone, che può così, in parte, vendicare la beffa subita nella finale di Champions League di quasi tre mesi fa.
Altri ottimi segnali da Chelsea e Tottenham in Premier, con i Blues vincitori contro il Burnley con Diego Costa ancora a segno, mentre gli Spurs regolano facilmente il QPR con un sonoro 4-0. Senza vittoria anche stavolta lo United, fermato sull'1-1 dal Sunderland, nonostante la rete di Mata. Un ottimo Manchester City si è portato a casa il primo big match della stagione, nel Monday Night, con Jovetic mattatore che segna una doppietta al Liverpool.
In Germania colpaccio a sorpresa del Bayer Leverkusen che passano subito in vantaggio contro il Borussia Dortmund, "bucando" la squadra di Klopp dopo solo 7 secondi. Oltre il 90' Kiesling ha fissato il punteggio sul 2-0, con Immobile rimandato. Senza problemi invece il Bayern Monaco con Muller e Robben che hanno reso vana la rete di Olic, battendo 2-1 il Wolfsburg.
Torna a segnare Falcao e ritorna a sorridere anche il Monaco che vince la prima dopo un inizio orribile. In testa alla Ligue 1, a punteggio pieno dopo 3 giornate, c'è il Bordeaux di Diabate, arrivato già a quota 3, mentre il PSG si ferma per la seconda volta, pareggiando 0-0 sul campo dell'Evian.


Si sono conclusi gli europei sia per l'atletica che per il nuoto.
Nello sport a noi meno adatto, sia per le scarse strutture che possediamo, sia per le prestazioni degli ultimi anni che ci avevano visti poco competitivi, riusciamo a strappare dei buoni risultati.
Sono solo 3 le medaglie portate a casa da Zurigo, ma il sorriso di Meucci, quando taglia per primo il traguardo della maratona è qualcosa di speciale. Dopo il secondo e il terzo posto ottenuti nelle precedenti edizioni di Helsinki e Barcellona, nei 10000 metri, quest'anno è arrivata prima la delusione del 6^ posto sempre nella gara vinta dall'inglese Farah, poi il trionfo nella corsa più lunga della competizione.
Al femminile anche Valerio Straneo è andata vicino all'impresa, ma dopo essere stata vicino alla francese Dounay fino ai 3 km dall'arrivo, ha ceduto allo scatto finale della transalpina e si è dovuta accontentare della piazza d'onore.

L'altra medaglia d'oro di questi giochi è arrivata da Libania Grenot. La ragazza di origine cubana, che

gareggia per il tricolore dal 2008 in seguito al matrimonio con un italiano, ha sbaragliato la concorrenza correndo i 400 metri in 51'10". Altri piazzamenti li abbiamo avuti nelle corse lunghe come la 20 kilometri femminile, nel peso con Chiara Rosa fermatasi al 5^ posto, stessa posizione per la Pedroso nei 400 metri ostacoli, la Del Buono nei 1500 metri e soprattutto Diego Marani nei 200 metri, con un 20'43" molto vicino al suo personale di 20'36". Davanti a lui non c'è l'ha fatta Lemaitre che ha dovuto gettare la spugna con il britannico Gemili, ripetendo il secondo posto ottenuto anche nei 100, sempre dietro ad un inglese, il velocista Dasaolu. Peccato per la 4x100 in cui gli azzurri guidati proprio da Marani, se la sono giocati spalla a spalla con i francesi per il terzo posto, prima di essere squalificati per cambio irregolare. Tanta Gran Bretagna e Francia nel medagliere finale, con la Russia a una sola medaglia di distanza da queste due nazioni, ma con ben 13 bronzi.

Molto meglio per i colori azzurri i campionati europei svoltisi a Berlino, con l'acqua protagonista. Tante conferme ma anche sorprese nei trionfi azzurri, protagonisti in tutte le discipline. qui il resoconto completo della manifestazione.

Per arrivare agli europei di basket, invece, bisogna ancora passare dalle qualificazioni, fase in cui è ancora incastrata la nostra Italia, che vedeva vicina i gironi finali dopo la netta vittoria sulla Svizzera, ma è dovuta tornare sulla terra nell'avvincente gara giocata a Cagliari contro la Russia. Partita sempre punto a punto, con Datome, Aradori, Gentile e Cousin ancora protagonisti, ma stavolta l'epilogo è stato diverso, con i sovietici che sono riusciti nel finale a spuntarla per 72-68.
Basterebbe vincere il ritorno contro la Svizzera per passare al turno successivo, ma sarebbe stato meglio non complicare le cose.


E' terminato anche il World Grand Prix di volley con la decima vittoria, seconda consecutiva, in 22 edizioni, per il Brasile, con le ragazze guidate da Guimaraes che si sono aggiudicate il trofeo battendo il Giappone nella sfida per il titolo.
Solo un decimo posto invece per la squadra di Diouf, Piccinini e le altre azzurre, che con le sconfitte contro Turchia e Russia, non sono riuscite nemmeno ad entrare nella Final Six di Tokyo.

Un altro trofeo importante della stagione americana del golf è stato consegnato, ma stavolta non è finito nelle mani di McIlroy, che ha chiuso solo oltre la ventesima posizione. Il "The Barclays" se lo è aggiudicato un giocatore di casa, Hunter Mahan che vince il suo primo trofeo valido per la FedEx Cup, chiudendo con un
magnifico giro, davanti agli australiani Appleby e Jason Day, con Ernie Els tornato a grandi livelli in 5^ posizione e ancora uno scatenato Fowler tra i primi dieci, così come gli altri statunitensi Furyk e Kuchar. In Europa, nell'ultimo torneo prima dell'Italian Open che partirà questo giovedì, il gallese Jamie Donaldson continua a scalare posizioni nella classifica valida per la Race to Dubai, grazie alla vittoria in Repubblica Ceca, sul bellissimo campo nei pressi di Praga.

US Open cominciati per la compagnia del tennis, con tutti i big già in campo sul cemento di Flushing Meadows. Per adesso nessuna testa di serie si è fatta sorprendere con Raonic, Wawrinka e Murray da una
parte, e Radwanska, Halep e Petkovic dall'altra, già al secondo turno.
Nei tornei pre-Slam, trionfi di Rosol su Janowicz a Winston-Salem, e della Kvitova sulla Rybarikova, che a sua volta aveva fermato in semifinale la nostra Giorgi, a New Haven, in due delle più prestigiose università americane.

Infine sono tornati a far rumore i motori della Formula 1, con lo storico circuito di Spa in Belgio. Dopo le prove sotto la pioggia, è successo di tutto nella gara domenicale: Alonso che ha dovuto subire una penalità di 5 secondi sul pit-stop, a causa di una prolungata presenza dei meccanici prima del giro di riscaldamento; il contato Hamilton-Rosberg al 2^ giro, che ha causato la perdita di una parte dell'ala per il tedesco, e una ruota scoppiata per l'inglese, sempre più in rotta con il team; i tempi diversi tra compagni di squadra sia per le Red Bull che per le Williams.
Alla fine a trionfare è stato Ricciardo, che si è visto recuperare più di 20 secondi da Rosberg, ma gli è
bastato per chiudere davanti al pilota Mercedes; Bottas ancora sul podio, davanti ad un rinato Raikkonen. Poi Vettel, le due Mclaren e Alonso, che a fine gara recupera una posizione per la squalifica di Magnussen, che proprio con il ferrarista aveva compiuto un paio di infrazioni, tagliandogli la pista e mandandolo sull'erba in occasione del secondo tentativo di sorpasso (favorendo anche quello di Vettel ai danni dello spagnolo), tutto ciò a pochissimi giri dal termine.

lunedì 25 agosto 2014

Un'ondata di medaglie per l'Italia del nuoto

Pioggia di podi agli Europei di nuoto di Berlino, appena conclusosi. L'Italia ha chiuso con il terzo posto nel medagliere, stessa posizione ottenuta in Ungheria due anni fa, e una in meno rispetto all'edizione svoltasi sempre nella terra magiara a Budapest 4 anni fa.

La manifestazione tra Debrecen, Piombino e Eindhoven del 2012 ci aveva regalato tantissime gioie, con ben 30 medaglie tra tuffi, nuoto, fondo e sincronizzato, ma si sapeva che era difficile soprattutto ripetere l'impresa in mare aperto con le 7 medaglie portate a casa, con gli ori individuali di Rachele Bruni, Martina Grimaldi e Alice Franco nelle varie distanze.
La Grimaldi è riuscita nella missione, vincendo nella gara più lunga, la 25 km tanto temuta, con 7 secondi sulle dirette inseguitrici. Le vere sorprese sono arrivate dalla Ponselè e da Edo Stochino, con Aurora beffata proprio nel finale, dalla forte olandese Van Rouwendaal e dall'ungherese Risztov.

Hanno fatto la loro parte anche le ragazze del nuoto sincronizzato, che hanno ripetuto il terzo posto nel combinato a squadre di Eindhoven, con praticamente lo stesso punteggio di circa 90 punti. Irraggiungibili Spagna e Ucraina che si sono date battaglia fino al centesimo, con le ragazze dell'est che hanno vendicato la sconfitta dell'ultima edizione. Ma entrambe a loro volta si sono dovute accontentare dei gradini più bassi del podio, con la Russia, guidata dalla Romashina, che ha dominato le altre discipline del Singolo, Duo e gara a squadre.


Non ci sono più parole, invece, per la coppia d'oro dei tuffi, Cagnotto-Dallapè, al terzo trionfo consecutivo agli Europei, ancora una volta con largo vantaggio sulle dirette inseguitrici, le beniamine di casa tedesche e le ucraine Fedorova-Pysmenska. Le ragazze seguite da Cagnotto senior hanno svolto una gara al limite della perfezione, senza mai mettere in discussione la medaglia d'oro.



Ma Tania non si è fermata alla vittoria nel duo, portando a casa anche la battaglia dal trampolino di 1 metro, dove l'ha spuntata nel testa a testa contro la russa Ilinykh e la tedesca Tina Punzel. Per colpa di un ultimo
tuffo sciagurato, non è andata oltre il secondo posto dai 3 metri, lasciando la vittoria all'altra sovietica Bazhina.
Ancora un ottimo piazzamento per Noemi Batki, che dopo l'argento di due anni fa, ha ribadito il secondo posto anche a Berlino, finendo solo dietro all'inglese Sarah Barrow.
Tanta Germania e Russia invece nelle sfide maschili, con Hausding che ha conquistato l'oro nel singolo da 1 e 3 metri, mettendosi dietro i russi Zakharov e Kutzetsov che si sono vendicati nel sincro. Ma lo stesso Hausding con Sacha Klein si è preso anche il terzo oro dalla piattaforma dei 10 metri, mentre nulla da fare stavolta per Tom Daley che da 5 metri si è arreso allo strapotere del russo Minibaev con ben 50 punti di distacco.

Alla fine, anche senza l'oro di Daley, la Gran Bretagna ha dominato questa competizione con le tante medaglie arrivate a sorpresa nel nuoto. Nel 2012 si presentarono con solo 5 atleti, e portarono a casa solo 2 argenti nei 200 misti individuali donne e uomini.
Stavolta si sono attrezzati per bene e hanno messo al collo ben 24 medaglie, tra cui 9 ori. I veri mattatori sono stati senza dubbio lo specialista della nuotata a rana, Adam Peaty, due ori tra 50 e 100 metri e il

"dorsista" Walker-Hebborn, oro nei 100 e bronzo nei 50. Entrambi hanno guidato alla vittoria anche il quartetto della 4x100 mista.
In vista anche le ragazze con la velocista Francesca Halsall, prima nei 50 metri di ben due discipline, stile libero e dorso, mentre la 23enne Jazmin Carlin ha piazzato la doppietta nei 400 e negli 800 metri stile libero.
Anche tanta Danimarca e Ungheria tra le donne con la Pedersen che ha ricordato la grande Lotte Friis, stabilendo record dei campionati sia nei 100 che nei 200 rana, mentre la danese Nielsen, nei 100 metri dorso, ha dovuto condividere il gradino più alto del podio con la fortissima ungherese Hosszu.
La magiara ha chiuso la competizione con altri due primi posti, nei 200 e 400 misti, portando a 9 gli ori comquistati agli europei.


Ma potevano anche essere quattro se non ci avesse pensato la nostra immensa Federica Pellegrini. La nuotatrice di Mirano, detentrice del record del mondo nei 200 metri stile libero, ha vinto proprio nella sua disciplina mettendosi dietro l'ungherese Hosszu e l'olandese Heemskerk.



Dopo il podio sfiorato nei 400 metri, l'azzurra ha guidato le compagne nella conquista di un bronzo e di un altro oro, con la fantastica rimonta ai danni delle svedesi e delle magiare nella 4x200 freestyle.
Arianna Castiglioni e Ilaria Bianchi hanno reso il bottino delle azzurre più ricco, accaparrandosi due terzi posti rispettivamente nei 100 metri rana e farfalla. Davanti a loro sempre una svedese e una danese.
Da sottolineare anche il 5^ posto della Di Pietro nei 50 metri stile libero, non solo per il quinto posto finale, quanto per il muro dei 25 secondi finalmente buttato giù, con il nuovo record italiano portato a 24'84".


Tanti protagonisti anche tra gli uomini, con l'eterno Laszlo Cseh che si è portato a casa un'altra medaglia d'oro, trionfando nei 200 misti, ma gran parte della scena è stata rubata dal francese Florent Manaudou.
Il fratellino della campionessa Laure, ha vinto ben 4 gare, con la vittoria solitaria nei 50 e 100 metri stile libero, quella condivisa con il bielorusso Tsurkin nei 50 farfalla, e quella ottenuta con i compagni nella 4x100 stile libero.
Per nostra fortuna non hanno deluso le attese nemmeno gli azzurri, con un grandissimo Gregorio Paltrinieri che ha dominato due podi fotocopia completati dall'atleta delle Far Oer, Joensen, e dall'altro nostro beniamino Gabriele Detti. Il 19enne di Carpi ha trionfato nelle lunghe distanze degli 800 metri e dei 1500, piazzando in quest'ultima il nuovo record europeo.
Nella gara più corta, sempre a stile libero, grande gara di Andrea D'Arrigo, chiusa con un secondo posto, dietro solo al serbo Stjepanovic, trionfatore anche nei 200 metri.
Altre medaglie anche da Turrini nei 400 misti dietro all'ungherese Verraszto e all'inglese di origini italiane, Roberto Pavoni, da Luca Leonardi terzo nei 100 metri stile libero, a due soli centesimi dall'argento del francese Gilot, e con il bronzo nella 4x100 stile libero dal gruppo azzurro guidato da Dotto e Magnini.


Le 23 medaglie vinte, secondi solo alla Gran Bretagna, sono il terzo risultato migliore di sempre per gli azzurri ad un europeo, lasciando buonissime indicazioni per le olimpiadi di Rio del 2016.

martedì 12 agosto 2014

LaPizza del Martedì

Tanto sport nella prima settimana di Agosto, con i maggiori eventi concentrati in America.


Nel tennis i Masters giocati in Canada sono conclusi con due novità, i trionfi di Tsonga e di Aga Radwanska, di cui ne ho parlato ampiamente qui. Ancora sorrisi nel doppio femminile per noi italiani, con l'ennesima vittoria della coppia Errani-Vinci che hanno sbaragliato il duo avversario Black-Mirza in soli due set.
Da Toronto e Montreal i veri sconfitti sono stati i canadesi, con la Bouchard uscita sorprendentemente al
primo turno per mano di un'altra giovane del circuito, la Rogers, mentre il solo Raonic è arrivato un po' più avanti, ma ha faticato molto contro i non inarrestabili Sock e Benneteau, per poi capitolare contro Feliciano Lopez.
I migliori non avranno il tempo di riposare perché li attende subito il torneo di Cincinnati, preludio dell'ultimo Slam stagionale, gli US Open, sperando che gli azzurri, in special modo Fognini e Seppi, siano in grado di ottenere risultati migliori.


Negli sport a due ruote, nessuna sorpresa né nel ciclismo né nel motomondiale.

In Polonia si è concluso il Tour de Pologne, con il corridore di casa Rafal Majka, che sulla buona scia delle vittorie di tappa al Tour de France, ha conquistato la gara con i successi nelle frazioni di montagna, e mantenendo la leadership nella crono finale di Cracovia, rispondendo agli attacchi degli spagnoli Izaguirre e Intxausti. Bene gli italiani nelle singole tappe, con i secondi posti di Mori, Guarnieri e Malori. Festa del team Saxo in Danimarca, con la vittoria finale del beniamino di casa Andersen, che ha superato proprio nell'ultima tappa il compagno di squadra Manuele Boaro. Ben 4 le vittorie di tappa azzurre con Boaro, Boem e ben due di Guardini.
Nel Tour of Utah invece, si ripete Thomas Danielson vincitore anche della scorsa edizione, con la maglia conquistata appena la strada ha cominciato a salire. Torna ad esultare Cadel Evans che vince le ultime due tappe del Tour, lasciando all'asciutto Chris Horner, che ha chiuso secondo nella generale a 52 secondi dal vincitore. Male Ivan Basso, mai protagonista.

Sempre negli USA si è svolta la decima tappa del motomondiale, con lo spagnolo Marc Marquez che infila la sua ennesima vittoria, eguagliando anche un mito come Giacomo Agostini. L'avvio della classe regina era stato illuminante per i nostri portacolori, con Dovizioso capace di portarsi in testa alla prima curva, con dietro Valentino Rossi e Andrea Iannone, ma il podio tutto tricolore è durato pochi giri con Iannone che si fa prima sorpassare dalle Honda e da Lorenzo, poi deve fermarsi per un guasto al motore. Il Dovi e il Dottore invece intraprendono una bella battaglia, che permette a Marquez e l'altra Yamaha di riportarsi sotto e di approfittare al primo errore dei due italiani. Rossi prova a mantenere il passo del giovane spagnolo, ma a metà gara inizia a perdere colpi e finisce per perdere terreno da lui e dal compagno di squadra. Il podio dirà Marquez, Lorenzo e Rossi, con Pedrosa ai piedi del podio.

Nelle classi minori, vittorie per il finlandese Mika Kallio nella Moto 2 con il leader della generale Rabat che chiude quarto e concede qualche punto a Vinales ed Aegerter che l'hanno preceduto, mentre subito dietro di lui, in quinta posizione, si è classificato il nostro Simone Corsi. Brutto spavento dopo 3 giri, per l'incidente che ha visto coinvolto anche Pasini, che dopo qualche secondo in cui non si accennava a muoversi, si è
messo a sedere per il sollievo generale.
In Moto 3, solito gruppo di 7-8 piloti che si è giocato il podio con il gioco delle scie, in cui l'ha spuntata Vazquez, alla sua prima vittoria, davanti a Romano Fenati, sempre in testa negli ultimi 3 giri e beffato solo sul rettilineo finale. Per il pilota del team Sky guidato da Valentino Rossi, è arrivata comunque una piccola soddisfazione per i punti guadagnati su Miller, Rins e Marquez con cui si batte per la leadership in classifica.

Ottime le notizie dalle amichevoli giocate dal quintetto azzurro del basket, con la Bosnia e la Serbia battute abbastanza agevolmente, trainati dalle grandi prove Gentile, Datome e Aradori, ma non è mancato il supporto del resto del gruppo, Cousin soprattutto.

Buonissime indicazioni lasciate soprattutto sotto canestro, con una discreta circolazione di palla, e tiri dall'arco lungo liberati molto bene. Quella con i serbi è stata l'undicesima vittoria nelle ultime dodici amichevoli disputate, un messaggio preciso per la prima gara importante che si giocherà il 13 agosto contro la Russia, per la qualificazione ai prossimi europei.


Una Italia femminile di volley, invece, così e così, con due vittorie e una sconfitta nelle tre partite valide per il World Grand Prix. Azzurre che hanno fatto fatica con il Giappone facendosi rimontare due set di vantaggio prima di chiudere al quinto, in scioltezza contro la Thailandia, mentre sono apparse contratte contro la Cina, battuta la scorsa settimana, subendo un 3-1 senza storia, con i tre set persi in maniera netta.

Il calcio sta cominciando ad entrare nel vivo delle competizioni europee, con le qualificazioni di Europa League e Champions League che iniziano a coinvolgere i top team, con il campionato francese iniziato proprio in questo week-end trascorso e con quello inglese alle porte, e con le sfide di Supercoppa nazionali.

Si è conclusa la Guinness Cup, con il Manchester United che ha rimontato lo 0-1 iniziale di Gerrard, grazie alle reti di Rooney, Mata e Lingard. In un'altra sfida tutta inglese, ma con la Community Shield in palio, l'Arsenal porta a casa il suo secondo trofeo prestigioso in pochi mesi, battendo con un netto 3-0 i campioni in carica della Premier League, il Manchester City, con le reti di Santi Cazorla, Ramsey e Giroud.


Saranno i simpatici islandesi del Stjornan e i croati di Spalato gli avversari di Europa League di Inter e Torino, con i nerazzurri che hanno fatto dei passi indietro dopo la buona tournèe americana, perdendo 3-1 con l'Entraicht di Francoforte, ma soprattutto tirando pochissimo in porta nell'arco dei 90 minuti; per il Toro invece ritorno senza storia, dopo il 3-0 in Svezia. In Piemonte è stato un netto 4-0 contro il Brommajkoparna, avversari effettivamente inferiori per la squadra di Ventura, che invece avrà un turno ben più impegnativo considerando anche la Croazia conta ben 3 qualificate all'ultimo turno. Nelle fasi a gironi delle Coppe, a sorpresa non vedremo Cluj, Rosenborg e soprattutto il Mainz, battuto dai greci dell' Asteras, mentre alla prossima Champions non parteciperanno Dinamo Zagabria, Partizan Belgrado, Sparta Praga e il Celtic eliminati rispettivamente da Aalborg, Ludogorets (conosciuti contro la Lazio lo scorso anno), Malmoe e Legia Varsavia.

Amichevoli extraeurpoee per Milan e Juve, con i rossoneri che hanno mostrato segni di ripresa contro i messicani del Chivas, mentre i bianconeri si sono divertiti contro l'Indonesia All Stars per poi impegnarsi contro i migliori giocatori del campionato australiano, con un Del Piero emozionato davanti alla sua Vecchia Signora. Bene il Napoli, (che affronterà l'Atletico di Bilbao per accedere alla Champions) nelle amichevoli di lusso con Barcellona, vinta per 1-0 con gol di Dzemaili, e con il Paris Saint Germain, persa 1-2 ma con i celesti passati in vantaggio con Higuain, e rimontati da Ibrahimovic e Pastore. I francesi però hanno già cominciato il loro campionato e quindi sono già in ottima forma, nonostante il pareggio al debutto contro il Reims. Buoni segnali anche dalla Fiorentina, vincente contro il Betis di Siviglia e il Malaga, trascinata da Pepito Rossi, mentre la Lazio va a corrente alternata, con la vittoria sull'Amburgo e la sconfitta contro l'Hannover, ma con Djordevic ancora a segno.


Per concludere, ancora Rory McIlroy negli Stati Uniti, con un altro trofeo prestigioso nella bacheca del nordirlandese. Terzo torneo importante vinto consecutivamente per Rory, che sembra aver imboccato seriamente la strada giusta.
Dopo il The Open e il Bridgestone Invitational, il giovane golfista si è aggiudicato anche il PGA Championship di Valhalla in Kentucky, il secondo della sua carriera dopo quello vinto nel 2012. Bellissima la sfida ad una buca di distanza, intrapresa con il ben più esperto Phil Mickelson, ma alla fine, anche con un pizzico di fortuna, l'ha spuntata il degno erede di Tiger Woods, deludente in questo torneo.

Eppure non è stata facile stavolta per Rory, con il primo posto perso dopo le prime buche dell'ultimo giro, attaccato alle spalle non solo da Mickelson, ma anche da Fowler e Stenson, finché non è arrivato l'eagle alla buca dieci che ha cambiato le sorti del torneo a suo favore. Testa a testa fino alla 16, con un colpo magnifico alla penultima buca, il nuovo numero 1 al mondo ha piazzato la pallina a pochi metri dalla bandiera, prima di chiudere con un birdie. Alla 18 gli è bastato non rischiare per aggiudicarsi l'ennesimo trofeo di un'estate favolosa.
Non benissimo gli italiani con i fratelli Molinari lontani dalle prime posizioni, finendo il torneo a -1 Dodo e pari con il par Chicco, mentre Manassero cercherà di dimenticare molto presto le due giornate disputate e chiuse 15 sopra il par.

lunedì 11 agosto 2014

La professoressa e il pugile: la prima risale in cattedra, l'altro mette tutti ko!

Già dal titolo sembra l'inizio di una favola, ma le vittorie di Agnieszka e Jo Wilfried profumano di impresa.
In Canada erano attesi gli americani e i padroni di casa, ma alla fine sono stati tutti sbaragliati dalla polacca e dal francese.

Lui non ha mai vinto un gran torneo, solo 11 titoli minori e un solo Masters1000 ma nel 2008 a Parigi, anno in cui arrivò alla sua unica finale di uno Slam, agli Australian Open. Poi tanti buoni piazzamenti, ma fino ad oggi non era mai riuscito ad inserirsi nei "fantastici 4", anche se a fine 2011, dopo essersi arreso solo nell'ultimo atto delle Finals di Londra, arrivò ad occupare la 5^ posizione del ranking mondiale. Jo però ha "rubato" molti fan agli altri colleghi più famosi, per la sua simpatia dentro e fuori i campi da tennis e per la passione e la determinazione che ci mette in ogni partita giocata.

Lei è ancora alla ricerca della prima vittoria in uno Slam, anche se ci andò molto vicino nel 2012 con la finale a Wimbledon persa contro Serena Williams dopo una lunga battaglia. La giovane ragazza di Cracovia si è già presa molte soddisfazioni negli ultimi anni battendo colleghe molto quotate come Martina Hingis, Dementieva o Maria Sharapova. A differenza del francese non ha stretto tante amicizie con le colleghe del circuito tennistico, facendo parlare di sé più per la sua bravura con la racchetta che per il suo carattere o la sua vita privata.

Il cemento americano si era rivelato maledetto per Jo e Aga, Negli ultimi due anni, per Tsonga c'è stato l'incidente d'auto nel 2012 prima del torneo di Cincinnati e che lo fece arrivare acciaccato agli US Open, uscendo al secondo turno contro lo slovacco Klizan. Nella stagione successiva lo spavento per l'infortunio al ginocchio occorso durante Wimbledon che non gli permise nemmeno di scendere in campo nei tornei in Stati Uniti e Canada.
Agnieszka invece negli otto US Open giocati non è mai andata oltre il quarto turno, con le sconfitte arrivate prima degli ottavi negli ultimi due anni per mano di Makarova e della nostra Vinci.


Persa la Top 10 dopo la sua guarigione, Tsonga incomincia la stagione in Australia da testa di serie numero 13 con un 4^ turno raggiunto facilmente, prima di arrendersi contro Roger Federer. Anche al Roland Garros e a Wimbledon disputa dei tornei in ottima condizione, ma in entrambe le occasioni cede di netto a Novak Djokovic sempre a un passo dagli ottavi, anche se la sconfitta sull'erba londinese fu molto più combattuta.

Il francese si è tolto molti sassolini dalle scarpe eliminando a Toronto, in sequenza, le teste di serie 1, 8, 7 e 2 del tabellone della Rogers Cup. La vittoria che apre le porte del successo al Muhammad Ali del tennis è proprio la prima di queste, il doppio 6-2 rifilato a Djokovic, il quale gli aveva negato ogni speranza di successo negli ultimi anni soprattutto nella finale sopra citata, nella lunghissima sfida delle olimpiadi di Londra e in quella del China Open del 2012. Il tennista di Le Mans sapeva che quella di trovare un Novak non al meglio della sua forma, era un'opportunità ghiotta da non lasciarsi sfuggire, e non ha lasciato scampo al serbo prendendolo a pallate.


Nel frattempo sul cemento di Montreal, Aga partita con il bye del primo turno, essendo testa di serie numero 3 del seeding, si è sbarazzata in pochi minuti della Zahlavova-Strycova, e si è dedicata alla sfida dei quarti più complicata contro la Lisicki. La polacca dopo un primo set dominato, ha subito le buone risposte della tedesca che si è aggiudicata il secondo. Ma nel terzo Agnieszka è tornata a disegnare il campo con traiettorie imprevedibili e ha chiuso la pratica in meno di 30 minuti. Agli ottavi la attendeva una tennista contro cui la Radwanska si era scontrata in passato, la bielorussa Azarenka. Spinta forse più dalla motivazione che dal gioco, Aga è passata come un rullo compressore su Viktoria, chiudendo la sfida con un rapido 6-2 6-2.

Anche la sfida che aspettava Tsonga ai quarti è stata molto più complicata, con un Andy Murray, che lo sconfisse nell'unica finale raggiunta sull'erba, e il quale respirava aria di finale, vista l'eliminazione del numero 1.
Ma non aveva fatto i conti con la determinazione del francese che vince il primo set al tie-break, poi il calo di attenzione per Jo nel finale del secondo, permette a Andy di sfruttare l'occasione e chiudere con un break. Il terzo set inizia per l'inglese sulla scia di quello appena vinto, e lasciando solo due punti al francese, si porta in un batter d'occhio sul 3-0. Ormai sembra fatta per Murray, ma quando il transalpino è vicino al ko, si risolleva e mette in un angolo l'inglese: terzo set ribaltato fino al 5-3, prima di chiudere con il servizio sul 6-4 finale.

In pieno stato adrenalinico Tsonga e Aga in semifinale eliminano in due set il bulgaro Dimitrov, che insieme a Raonic si sta ritagliando uno spazio importante tra i dieci più forti al mondo, ma nulla ha potuto contro il francese, e la la russa Makarova, che aveva battuto la polacca agli ottavi di Wimbledon.

Jo arriva così in finale trovando dall'altra parte del campo un Roger Federer apparso in gran forma durante tutto il torneo fin lì giocato. Nella mente del 29enne probabilmente saranno riapparsi i ricordi del 2011, quando lo svizzero gli procurò due sconfitte nella finale di casa a Parigi-Bercy e in quella delle Finals di Londra. L'emozione non gioca brutti scherzi al francese, che serve in maniera perfetta e con colpi profondissimi mette Re Roger alle corde. L'ex numero 1 riesce a non cedere il servizio ma ad un passo dal tie-break, Tsonga spinge sull'acceleratore e sfrutta la prima palla break dell'incontro. Il secondo set sembra una fotocopia del primo, con il francese che non offre mai occasioni a Federer per rubargli il game a servizio. Lo svizzero invece appare in gran difficoltà nella sua prima partita pomeridiana, ma con eccellenti colpi di classe, salva tutte le palle break e perfino il match point sul 5-4. Arrivati al tie break però, il francese è implacabile, e piazza un uno-due che mette al tappeto il 33enne di Basilea.


Aga si trova a sorpresa la più anziana delle sorelle Williams, con Venus che aveva eliminato Serena in un match spettacolare, che l'aveva vista anche in svantaggio per buona parte della sfida. L'america tornava a battere la sorella dopo ben 5 anni e in un periodo in cui Serena stava vincendo tutto o quasi, perciò sapeva che poteva essere una delle ultime occasioni per tornare a trionfare in un torneo prestigioso dopo la doppietta di Dubai del 2009-2010 e l'ultimo Wimbledon del 2008. Ma Venus sapeva bene che doveva prima averla vinta sulla giovane Aga, perché fu la prima sua vittima eccellente, quando nel 2006 la polacca affrontò la sua prima semifinale di un torneo professionistico in Lussemburgo, perdendo contro Francesca Schiavone.
Dopo 8 anni la storia si è ripetuta, con la Radwanska che da vera maestra ha costretto Venus a commettere errori. La statunitense ha provato a ritornare in partita, ma i colpi difficili da decifrare e la resistenza da fondo campo dell'avversaria l'hanno costretta alla resa.



Mancano solo due settimane allo US Open tanto stregato per Jo e Aga, con il torneo di Cincinnati di mezzo, ma adesso sono più consapevoli delle loro forze e chissà che non alzino il loro primo trofeo di uno Slam proprio sul cemento americano. La Francia dopo il leggendario Lacoste, ci provò con Pioline nel 1993, ma in quei tempi Pete Sampras era invicibile. La Polonia invece aspetta ancora la consacrazione di un grande nome e Aga è ormai pronta a far scrivere il suo.

martedì 5 agosto 2014

Perché il Pirata riposi in pace

Marco che scala montagne, che allunga su tutti prima di tagliare da solo il traguardo. Pochi calcoli, solo determinazione e voglia di dimostrare di essere il più forte.
Non vedeva l'ora che la strada incominciasse a inclinarsi, per poter alzarsi sui pedali e spingere più che potesse. Questo è il campione che io ricordo, colui che faceva oscillare la sua Bianchi come nessuno, testa bassa e solo concentrazione, un uomo forte e risoluto, non di certo un debole o un indeciso.


Invece per 10 lunghi anni dopo la tragica notte di San Valentino del 2004, ci hanno fatto credere che quel ragazzo non era così determinato una volta sceso dalla bici, che avesse ceduto alla depressione, come uno qualunque alle prese con i suoi dilemmi.
Che si fosse fatto sconfiggere da semplici paranoie, che non fosse stato capace di combattere tutto quello che comporta l'essere famoso.

Dopo tutto questo tempo invece, ci dicono che in realtà può essere andata diversamente, che le tante perplessità tenute vive da Tonina, la madre di Marco, dalla sua famiglia, e dai suoi più stretti tifosi, sono da prendere più in considerazione.
Fa sicuramente rabbia pensare che non sia stato fatto tutto nel momento giusto, subito dopo la sua morte, prima di buttare fango a livello mediatico, di considerare il romagnolo un semplice cocainomane, o di etichettarlo come una persone infelice che aveva semplicemente deciso di farla finita.


Non sono mai chiari i motivi per cui un uomo decide di buttare una vita, soprattutto quando hai una schiera di persone che credono in te, nelle tue imprese, nelle tue gesta.
Ma Pantani nonostante i momenti di difficoltà, aveva sempre dimostrato di essere uno che le giornate se le godeva, gli piaceva giocare, cantare, stare con gli amici.
Perfino una delle ultime persone che l'ha visto, lo descrive come un ragazzo sereno il quale non sembrava pensare al suicidio, anzi con sorriso e pacca sulla spalla, gli aveva promesso l'autografo per il figlio quando sarebbero tornati il giorno dopo.

Hanno provato in molti a fermare il Pirata, le tante accuse di doping, le amicizie sbagliate, una storia burrascosa con la fidanzata danese Christina Jansson e i sfortunati incidenti con la bici, come lo scontro con un auto prima del Giro d'Italia del '95 e un gatto che lo fece finire fuoristrada durante la Corsa Rosa nel '97.

Nel 1999, dopo una magnifica rimonta sulla salita di Oropa che lo vide trionfare e prima di una tappa importante, arrivò il fermo per i livelli di ematocrito superiori al limite ammissibile, e fu portato via dall'albergo di Madonna di Campiglio da un plotone di carabinieri, come un vero criminale.
Quella fu la volta in cui Pantani sembrò arrendersi una volta per tutte, dichiarando di non credere di potersi rialzare dopo l'ennesima caduta. I tifosi rimasero perplessi e stupiti così come gli altri corridori che partecipavano alla storica manifestazione. Paolo Savoldelli, che divenne leader dopo l'esclusione del romagnolo, si rifiutò di vestire la maglia rosa.


L'anno seguente però Marco torna sui pedali, deciso a mettersi tutto alle spalle, e sfida il più forte di tutti i tempi, quel Lance Armstrong che dominerà il Tour per 7 volte (primi di vedersi revocare i titoli per doping nel 2012). Il capitano della Mercatone Uno dimostra all'americano di essere ancora decisivo, staccandolo su ascese impressionanti come il Mont Ventoux e Courchevel, prima di abbandonare la Grande Boucle per un virus intestinale.
Anche in quell'occasione, verrà affermato che il Pirata aveva lasciato la corsa per evitare i test antidoping, gettando il ragazzo con la bandana nel totale sconforto.

Gli anni dal 2001 al 2003 vedono un Pantani pronto ancora a reagire, ma le continue esclusioni dal Tour lo costringono a curarsi in un clinica veneta per il suo stato depressivo.
Fu costruito tutto perfettamente dai mass media, era molto meglio raccontare di un uomo distrutto, che indagare su quello che gli girava attorno. Il rischio di scommesse clandestine, l'amante russa, Elena Korovina, a cui il cesenaticense aveva dichiarato di amare ancora la sua ex, i suoi spacciatori, tanti individui che caricavano pesanti segreti sulle spalle del Pirata.

Forse alla fine sono stati troppi per lui, e che l'hanno condotto a una fine triste, ma con molta probabilità non per mano sua. Alla notizia del ritrovamento del corpo in quella vuota stanza d'albergo, in molti si erano precipitati nel dare le più facili conclusioni: morte per overdose.
Dopo le analisi del medico legale, si vide invece subito, che il midollo osseo dell'atleta era in uno stato ottimale, e non certamente in quello di un cocainomane. Poi le tante incertezze sulle ore tra il decesso e la scoperta del cadavere, le chiamate indecifrabili, il cibo cinese che il Pirata non adorava, i giubbotti pesanti non appartenenti a lui, le ferite sul suo corpo che non sembravano autoinferte.
Anche il primo pm che affrontò la vicenda, Paolo Gengarelli, ammette che ci sono tante lacune nelle indagini, alcune molto evidenti, come la mancata acquisizione delle impronte presenti nella stanza del residence "Le Rose". Il lavoro del sostituto giovane procuratore Elisa Milocco, diventa ancor più difficile, non solo per gli anni passati dall'episodio, ma anche per la demolizione del luogo del ritrovo, con l'albergo ricostruito nel 2009.


Sono d'accordo con Nibali quando dice di lasciarlo riposare in pace, senza alzare come 10 anni fa, il polverone mediatico che lo seppellì, ma la famiglia e tutti quelli appassionati alla bandana, agli occhiali e all'orecchino, simboli di un ragazzo carismatico, meritano di ottenere la verità che permetterà a tutti di ricordarlo solo per le sue imprese, come quella dell'accoppiata Tour-Giro che lo rese famoso dopo il 1998.