lunedì 8 settembre 2014

Il ritorno del Pistolero

Ha fallito l'appuntamento al Tour de France per l'infortunio alla gamba, ma non poteva aspettare molto per tornare a vincere.

Aveva subito messo le cose in chiaro dopo le prime due settimane, aveva fatto capire che era lui l'uomo da battere in questa Vuelta. Oggi era la prova del nove per il gruppo, ben 5 salite, 4 di prima categoria, con la salita finale verso Lagos de Somiedo.
Prova durissima per chiunque, anche per gli uomini di classifica che sapevano di aver di fronte una delle ultime occasioni per guadagnare posizioni sui diretti avversari.


Infatti di ostacolo pericoloso rimane la tappa di sabato con l'ultimo arrivo in salita, e unica giornata con asperità di 1^ categoria, e i 10 km di cronometro domenica, che chiuderanno la corsa.

Froome tutto questo lo sapeva benissimo e le sue intenzioni di attaccare la maglia rossa erano ben evidenti dal principio, con la sua squadra a tirare il gruppo sia nella terzultima che nella penultima ascesa.
A infiammare per primi la tappa ci hanno pensato un piccolo plotone di corridori, tra cui i nostri De Marchi e Brambilla.
Il duo italiano ha cominciato a credere sul serio nella vittoria di tappa, con più di tre minuti accumulati sul manipolo di ciclisti subito dietro di loro. Poi l'improvvisa squalifica di Brambilla, con il ragazzo della Omega Pharma-Quick Step reo di aver sferrato qualche colpo proibito al russo Rovny qualche minuto prima.
Dal replay si poteva notare come il gregario di Uran avesse reagito alla provocazione e ad un probabile pizzico dato dietro al collo dal corridore della Saxo. Entrambi sono stati allontanati dalla corsa, con Brambilla visibilmente scosso dall'accaduto e dall'inevitabile decisione della direzione di gara.

Così De Marchi è rimasto da solo e ha provato comunque l'impresa, con una salita e mezza ancora da affrontare. Alle sue spalle, la squadra di Froome, praticamente al completo, non ha smesso nemmeno per un secondo di tirare, lasciando al corridore Cannondale solo 90 secondi di vantaggio prima dell'ultima ascesa di 6 km.

Tra i migliori l'unico assente importante era Uran, incappato insieme al suo team in una giornata disastrosa. Ma non c'è stato tempo per pensare a chi non era presente, perché il britannico della Sky, appena è cominciata la terribile salita de La Farrapona, ha lasciato quasi tutti i 30 corridori al suo seguito sulle gambe.
L'unico che è rimasto letteralmente incollato alla sua ruota posteriore è stato quello più temuto, il Pistolero di Madrid.

Valverde e Purito Rodriguez scuotono la testa, per loro sarà una lunga rincorsa per evitare grossi distacchi fino al traguardo e dietro loro uno stanchissimo Fabio Aru. Alejandro vuole difendere la sua seconda posizione in classifica, lo spagnolo della Katusha invece vuole scrollarsi di dosso il sardo, a pochi secondi di distanza nella generale.
Il ragazzo dell'Astana è con la lingua da fuori, ciondola a destra e sinistra, non ha una bella pedalata, perde contatto dai due beniamini di casa, ma subito dopo ricompare alle loro spalle deciso a non mollare.

Quando mancano tre chilometri alla fine di una non durissima ma interminabile salita, De Marchi è ancora avanti, ma con Froome e Contador ormai minacciosi a qualche metro di distanza. L'inglese prova in tutti i modi a staccare il corridore di Madrid, ma la maglia rossa continua ad essere pimpante sui pedali. Aru nel frattempo fa da elastico con i suoi diretti avversari.
Ormai l'arrivo è vicino, ma le pendenze sono estreme e vicino al 15%, ed è in quel momento che il capitano della Saxo decide di agire con una scatto impressionante che fa impazzire i tanti tifosi spagnoli presenti sui bordi della strada. Froome rimane sui pedali, ha fatto il possibile e può solo provare a limitare i danni. Gli ultimi 500 metri sono da favola per Contador, che trionfa su in cima, esultando alla sua maniera con un "colpo di pistola".

Una cinquantina di secondi dopo arriva il "Rosso di Buja" De Marchi, il supercombattivo del Tour de France, che sta dando spettacolo anche in questa Vuelta con le sue fughe da lontano. E' felice lo stesso il ragazzo della Cannondale, già vincitore in una tappa del Giro spagnolo quest'anno, come non poteva essere altrimenti Fabio Aru, arrivato sfinito ma praticamente agganciato alla ruota di Valverde e Rodriguez, con un minuto di ritardo dal vincitore.
1 minuto e mezzo non sono uno svantaggio impossibile da colmare per Valverde e Froome, ma il Contador visto oggi sembra inattaccabile.


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