lunedì 28 luglio 2014

LaPizza del Lunedì

Anche se ormai siamo nel pieno dell'estate, non mancano gli appuntamenti sportivi di spessore.


Tanta attenzione in Ungheria dove si è svolta la parte finale degli Europei di Pallanuoto, che ha confermato al maschile il primato della Serbia, vittoriosa in finale sui padroni di casa, mentre al femminile il successo è andato alla Spagna, alla sua prima affermazione nella manifestazione dopo l'argento tra le mura amiche nel 2008.
Bene il Settebello con il bronzo conquistato nella finalina contro il Montenegro, mentre ha dovuto ingerire un boccone amaro il Setterosa perdendo il gradino più basso del podio contro le ungheresi (qui un breve riassunto del torneo).


Straordinario il Gran Premio di Formula 1 corso nello storico circuito dell' Hungaroring, con la pioggia che ha permesso maggior spettacolo. Dall'inizio della stagione forse è la prima volta che si sono viste le Mercedes in difficoltà e ad approfittarne ci ha pensato Ricciardo, che con la sua Red Bull si è andato a prendere la seconda vittoria stagionale dopo quella in Canada.

Alle sue spalle un fenomenale Alonso che negli ultimi giri e con le gomme altamente usurate, ha tenuto botta per più di dieci giri alla pressione asfissiante di Hamilton, autore di una grande rimonta dall'ultima posizione, e all'arrivo di Rosberg, approfittando anche della battaglia intrapresa dai due piloti Mercedes. Bene anche Raikkonen, apparso più grintoso e finito in 6^ posizione dietro a Massa. Male l'altra Williams di Bottas e il campione in carica Vettel, che hanno concluso rispettivamente 8^ e 7^.

Sul podio sia Hamilton che Alonso sono saliti con il volto serioso: l'inglese per gli ordini di scuderia poco graditi in cui gli si chiedeva di far passare il compagno di squadra, il quale doveva ancora rientrare una volta ai box; lo spagnolo perché fino a 3 giri dal termine ci credeva nella prima vittoria stagionale, ma ha dovuto cedere il passo a Ricciardo con pneumatici più freschi, molto più veloce di lui e con il DRS in uso. Se il leader del mondiale fosse entrato prima nella battaglia alle spalle di Alonso, Fernando avrebbe riportato la Ferrari sul gradino più alto del podio in Ungheria, dove non saliva dal 2004 con Schumacher e dove saltò lui l'anno prima con la Renault.

Il pilota del cavallino potrà rifarsi dopo la lunga pausa estiva con il Gp del Belgio il 24 agosto dove l'anno scorso chiuse secondo dietro Vettel e davanti ai due Mercedes, con Rosberg che dovrà difendere gli 11 punti di vantaggio su Hamilton.


Finiti mercoledì i Mondiali di Scherma in Russia a Kazan, con gli azzurri che hanno chiuso il medagliere a pari merito con i padroni di casa grazie ai bronzi nel fioretto maschile guidati da Andrea Cassarà e nella spada femminile con la campionessa Rossella Fiammingo, ma soprattutto con l'oro della squadra capitanata dall'altra campionessa Arianna Errigo nel fioretto, fermando in finale proprio le russe.

8 medaglie in tutto per il gruppo azzurro, anche se 6 arrivate dalle donne, il quale con questo risultato mantiene il primato nel medagliere totale dei campionati con 108 ori  e 319 podi conquistati davanti a ex URSS, Ungheria, Francia e Germania.



Quattro tornei, 3 ATP e 1 WTA per la settimana Tennistica, con le donne impegnate in Azerbaijan, a Baku, dove si è concessa il bis la nativa dell'Ucraina, Elina Svitolina, battendo in finale la giovane serba Bojana Jovanokvski. L'unico set perso dalla numero 2 del seeding, è arrivato in semifinale contro la nostra Leonessa, Francesca Schiavone. L'azzurra apparsa in grandissima forma, si era presa la rivincita ai quarti contro la Mladenovic, che aveva avuto la meglio una settimana fa ad Istanbul.


Appuntamento in Croazia a Umago per gli uomini, con Seppi e soprattutto Fognini chiamati a dare dei segnali di ripresa dopo le prestazioni in Germania. Andreas ha abbandonato subito il torneo, dopo aver sconfitto l'altro azzurro Cecchinato, perdendo con l'uruguayano Cuevas, che si è ripetuto anche con il numero 1 italiano in semifinale. Nella finale, il numero 60 al mondo ha battuto lo spagnolo Tommy Robredo che aveva eliminato in semifinale il beniamino di casa Marin Cilic.

In Svizzera, a Gstaad, sorpresa Andujar che porta a casa il suo primo titolo stagionale, sconfiggendo in soli
due set l'argentino Juan Monaco. Il Pico aveva mandato a casa il finalista dello scorso anno, l'olandese Haase, che ai quarti si era vendicato della sconfitta inflitta dal campione in carica Youzhny, mentre lo spagnolo, trionfatore qui nel 2013 nel doppio, aveva avuto la meglio sui più quotati connazionali Granollers-Pujol e Verdasco.
Spostandoci negli Usa, dove si concentreranno anche i tornei della prossima settimana, ad Atlanta torna a sorridere John Isner. Il gigante statunitense, dopo aver vinto contro il suo conterraneo Sock, ha battuto a suon di ace l'israeliano Dudi Sela, che era alla sua sola seconda finale in un torneo ATP.
Nono successo per l'americano, il settimo nel suo paese natale, e il secondo consecutivo ad Atlanta, mentre l'altro finalista del 2013, il sudafricano Anderson, è uscito subito per mano dell'olandese De Bakker.

Anche se in un Challenger, quarto successo stagionale per Simone Bolelli, che ha trionfato in terra tedesca su Berrer. E' il dodicesimo in questa categoria per lui, ancora in cerca di una vittoria importante in un torneo nel circuito maggiore.


Tornando negli Usa, si tornano a vedere i campioni sui campi di Calcio, dopo la finestra sui Mondiali in Brasile. Torneo estivo prestigioso con un ricco montepremi, la Guinness Cup si svolge sulla terra americana, con due gironi da quattro squadre, in cui sono presenti ben tre team di Serie A.

Ha iniziato il Milan che non ha fatto una bellissima figura contro i greci dell'Olympiacos, con i ragazzi di Inzaghi che alla fine di 90 minuti si sono trovati con un sonoro 3-0 che la dice tutta sul lavoro intenso da applicare durante queste vacanze. Un'altra batosta è arrivata anche nella seconda partita dove Balotelli e compagni hanno rimediato un 5-1 dal Manchester City.
L'altra squadra di Manchester invece ha dovuto sudare per avere la meglio su una Roma più tonica nel secondo tempo, dopo aver chiuso il primo 3-0 per lo United. Con il numero da centrocampo di Pjanic e il rigore di Totti, la squadra della capitale ha provato con determinazione ha chiudere il gap, ma le speranze si sono stampate sul palo della porta difesa dai Reds.


Segnali migliori sono stati dati dell'Inter che ha reagito benissimo ai primi 45 minuti in cui il Real Madrid aveva fatto la partita e in cui era passato in vantaggio con una perla di Bale. Nella seconda frazione gli uomini di Mazzarri hanno mostrato tanta grinta, un buon uso delle fasce e un'ottima intesa della vecchia guardia con i nuovi arrivati M'Vila e Vidic. E' Icardi, con un cucchiaio dagli 11 metri e con una trasformazione precisa sempre dal dischetto, a decidere la partita ai rigori.

Giovedì parleremo anche del ritorno del Torino in una manifestazione europea, con il primo spareggio per approdare alla fase a gironi dell'Europa League.


Un breve cenno anche sul Ciclismo con il trionfo di Nibali al Tour de France, raccontato ampiamente negli scorsi giorni, con lo Squalo dello Stretto che festeggia a Parigi, 16 anni dopo Pantani.

Torneo di bassa rilevanza per la settimana Golfistica, con l'Open di Russia vinto ai play-off dall'inglese Horsey sull'irlandese McGrane, e che ha visto il nostro Pavan chiudere ottavo, ma con Andrea che aveva iniziato le ultime 18 buche in 3^ posizione, prima di incappare in qualche bogey di troppo nel giro domenicale.


Nel PGA Tour, vittoria del sudafricano Clark al Canadian Open, il quale ha concluso con un solo colpo di vantaggio su Jim Furyk, rimontandone 3 di svantaggio nelle ultime 6 buche. Al quarto posto il primo europeo Fernandez-Castano, a -11 con Kuchar e Putnam.

domenica 27 luglio 2014

Setterosa e Settebello in evidenza agli Europei di Budapest: Medaglia di bronzo per i ragazzi di Campagna

Come quando vieni svegliato proprio sul più bello, nello stesso modo si è interrotto il sogno degli uomini e delle donne della pallanuoto arrivati fino ad un passo dal podio.

Sicuramente fa più male il quarto posto del Setterosa, con tanti rimpianti per le ragazze guidate da coach Conti. Dopo un girone giocato in maniera esemplare con la sola scivolata nell'ultima partita con la Spagna, il team azzurro ha dovuto conquistarsi le semifinali contro la Grecia, e quando il posto tra le prime 4 (obiettivo sempre raggiunto dalla prima partecipazione nel 1989) sembrava assicurato, sopra di un gol si sono fatte raggiungere all'ultimo secondo.
E' però arrivata la reazione ai rigori, con le nostre quattro tiratrici a segno, e con le due parate di Giulia Gorlero, che ci hanno permesso l'approdo in semifinale.


Qui è stata la volta della sfida contro la quotata Olanda, altra partita giocata benissimo dal Setterosa, con le azzurre che arrivano agli ultimi 30 secondi col risultato di 8-7. Ma anche stavolta le ragazze in canottina peccano di ingenuità e procurano un rigore in favore delle olandesi per un rientro di Teresa Frassinetti che aveva già compiuto 3 falli.
Gol e rigori che sanno ancora di beffa, e questa volta gli errori di Motta, Bianconi e Tania di Mario, che aveva sbagliato anche quello del possibile doppio vantaggio nei tempi regolamentari, costringono le azzurre alla finale per il terzo posto.
Tante occasioni sprecate e un rigore dubbio relegano le campionesse di Eindhoven al 4^ posto, con tanti rimpianti per le occasioni perse.


Il percorso dei ragazzi invece è stato più trionfale. Meno aspettative, un gruppo giovane che aveva solo bisogno di aprire davanti a sé un ciclo e lo ha fatto lottando dalla prima partita.
Il girone è stato chiuso senza sconfitte, con il pareggio beffardo contro il forte Montenegro che non ha permesso al team guidato da Campagna di passare direttamente in semifinale.



Ma nella sfida contro i croati il Settebello ha mostrato tutta la sua freschezza e ha sorpreso il gruppo del forte Sukno battendoli per 8-7 e conquistandosi un posto nei primi 4.
In semifinale però, il gran tifo dei 4000 nel bellissimo impianto di Budapest, la potenza dei padroni di casa, e qualche aiuto dagli arbitri con i 4 rigori concessi agli ungheresi, ha fermato la corsa dei ragazzi guidati dal maestoso Tempesti.
Tutta la delusione del Settebello è servita a caricare gli azzurri nella rivincita contro il Montenegro.
Dopo un inizio un po' sulle gambe, con i gol di Aicardi e Giorgetti, i ragazzi di Campagna si sono riportati sotto e hanno perfino ribaltato il doppio svantaggio sul 3-1, impattando sull'8-8 prima dell'ultimo quarto, e piazzando la zampata decisiva con un parziale di 2-0 in cui Figlioli e compagni hanno chiuso i conti sull'11-9.


Tutti in piscina per un bronzo che fa sognare, Aicardi si tuffa nell'acqua clorata con Campagna, il gruppo fa baldoria aspettando di festeggiare sul podio,
dopo la finale tra Serbia e Ungheria, in cui i campioni in carica trionfano sui padroni di casa. Ma vedendo l'età media di questi ragazzi, 6 su 23 all'esordio, la nazionale con più innesti in questo europeo, e pensando a chi mancava come Felugo e Presciutti, questa medaglia potrebbe segnare solo l'inizio di una serie si risultati importanti.


Nibali alza il trofeo davanti all'Arc du Triomphe: il Tour de France 2014 è tutto suo!


Dopo 3 settimane in cui i nervi sono stati tesissimi, è arrivato il giorno in cui ha potuto finalmente scioglierli. Tanta attenzione nei minimi dettagli, ogni minuto della corsa in controllo, quella maglia gialla conquistata già nella seconda tappa, prima ancora che il Tour sbarcasse in Francia e quando tutti facevano parte della carovana, compresi Contador e Froome.

Forse gli stessi campioni della Saxo e del team Sky, messi subito alla prova, hanno pagato la pressione e sono incappati nelle cadute che li hanno costretti a uscire prematuramente dalla corsa.

Ma Nibali non ha mai abbassato la guardia, non si è fatto mai sorprendere, non ha mai ceduto nemmeno un metro dai diretti inseguitori in classifica.

Dalla partenza di Leeds fino alla cronometro di ieri, il messinese è sempre stato tra i primi, in molti casi anche senza compagni di squadra, a causa di infortuni o grande lavoro nei primi kilometri delle tappe. Ma nonostante questo non ha mai dato l'impressione di essere in difficoltà, sempre molto concentrato e con poche espressioni in volto, anche sui traguardi in cui ha sollevato le mani per la vittoria conquistata.


La passerella verso Parigi invece ha mostrato il vero Nibali, l'uomo che vuole godersi questa giornata per intero, che finalmente può lasciarsi andare in lunghe chiacchierate, nessun controllo, solo sorrisi e foto con i compagni.

Bellissima l'immagine con tutti i connazionali, anche di squadre concorrenti, nel segno di grande sportività. Emozionante vedere tutti gli italiani su due ruote, protagonisti di questo Tour, da De Marchi a Montaguti, abbracciarsi attorno alla maglia gialla e davanti all'intero plotone, con Giovanni Visconti che festeggia il siciliano e seppellisce ogni voce che parlava di rivalità tra i due.

Ma c'è stato il tempo di scattare qualche foto anche con le altre maglie della manifestazione: la verde di Sagan, vincitore della metà dei punti a disposizione sui vari arrivi, ma mai primo in una delle 21 tappe, la pois di Majka e la bianca di Pinot.
Non è mancato nemmeno lo scatto con i compagni di squadre dell'Astana, che hanno accompagnato anche oggi Vincenzo, fino all'ingresso di Parigi.


Lo Squalo brinda con lo champagne oltralpe, nell'edizione che ha rivisto i francesi tornare sul podio con il giovane e l'"anziano", Pinot e Peraud, dopo l'ultima apparizione con Virenque nel 1997, e bisogna andare indietro di ben 30 anni per vedere due corridori transalpini tra i primi tre, dalla storica coppia Fignon-Hinault.

Anche noi italiani abbiamo dovuto aspettare 16 anni per vedere di nuovo un azzurro trionfare a Parigi, e quella di Nibali è la decima vittoria per un ciclista dello stivale. Il siciliano succede a nomi immensi come il primo a trionfare Bottecchia, i nemici-amici Coppi-Bartali, il leone del Mugello Nencini, gli ultimi a vincere i tre Grandi Giri, Gimondi e Pantani.

Prima di questa Grande Boucle, la mamma del Pirata, commossa, aveva consegnato la maglia gialla dell'indimenticabile ciclista, ad un emozionato Nibali, che le aveva promesso di omaggiare l'emiliano se avesse vinto il Tour.

Il padre di Enzo, come lo chiamano in famiglia, racconta di tutta la genuinità del suo ragazzo, da vero siciliano, quanto sia stato un lottatore dai primi km percorsi sulla bici, quanto sia stata preziosa l'esperienza in Toscana prima di diventare professionista.

Fino al primo passaggio sotto la Torre Eiffel, è stata una grande festa per tutti i corridori rimasti in gara, anche per Voigt con qualche metro di passerella per salutarlo al suo ultimo Tour,  ma dopo l'ingresso nella capitale francese e sotto il volo delle frecce della Pattuglia Acrobatica, è partita la sfida tra la squadre dei velocisti che puntavano a vincere sotto l'Arco del Trionfo.

Nello storico percorso degli Champs Elysees si è alzato bruscamente il ritmo del gruppo, i primi scatti e le prime cadute, con Peraud che ha dovuto rimediare ad una scivolata per proteggere il secondo posto, con i 30 secondi di vantaggio su Pinot.
Ma dopo tante piccole fughe, gli ultimi metri sono tutti per i più veloci, con il Tour che si chiude come si era aperto, con Kittel che fa suo anche il traguardo di Parigi, superando con un colpo di reni il norvegese Kristoff e vincendo la sua quarta tappa.


Poi solo commozione, con i baci di Nibali alla piccola Emma e alla moglie, gli abbracci alla famiglia e agli amici, ma sempre con tanta compostezza, l'espressione di un ragazzo serio, che forse ancora non si rende conto dell'impresa compiuta. Sul podio è un'emozione incredibile, le parole di Vincenzo con la voce rotta sono per tutti, per chi lo segue da Messina e per il suo team e il direttore Vinokourov, il quale in carriera non è mai andato oltre al terzo posto nella corsa francese.


Dopo le varie premiazioni e il discorso dello Squalo, c'è il boato del folto gruppo di italiani presenti a Parigi, e tra i tanti tricolori si innalza un cartello con su scritto "Nibali come Pantani, orgogliosi di essere italiani". Quella scritta con l'inno di Mameli in sottofondo rievoca momenti magici, ma incornicia anche un giorno che rimarrà nei nostri ricordi.

giovedì 24 luglio 2014

Lo Squalo si divora il Tour

Solo Vincenzo Nibali!


Non ce n'è per nessuno, nemmeno sull'ultima ascesa di questa edizione della Grande Boucle. Il capitano dell'Astana non ha voluto perdere neanche questa occasione per mettersi davanti a tutti e far vedere che non è un caso se sta dominando il Tour.

Nibali non si è messo alle spalle solo gli avversari, ma anche tutte le critiche ricevute quest'anno, dalla lettera da parte del team, che lo sollecitava a migliorare i risultati deludenti della prima parte della stagione, chi diceva che le sue vittorie erano solo frutto di fortuna o mancanza di avversari di valore, chi criticava la scelta di non partecipare al Giro per puntare tutto sul Tour, chi sminuiva fino a pochi giorni fa i suoi trionfi perché derivanti dalla assenza di campioni come Froome e Contador che avrebbero reso la vita di Vincenzo più complicata.
Si è messo alle spalle anche il tabù Tour per gli italiani che non vincono la manifestazione francese dal 1998 con il Pirata Pantani.

Ma oggi sulla salita di Hautacam erano tutti lì a tifare per lo Squalo, tutti pronti ad ammettere che questo Tour il messinese lo ha dominato e lo si è visto particolarmente negli ultimi 10 km con nessuno capace di tenere botta al suo forcing.

Non ce l'ha fatta Majka che si era ben distinto nelle ultime tappa e ci ha provato anche in questa situazione, ma dopo metà salita si è dovuto arrendere per non cedere di schianto. Ha tentato la fuga Horner, l'americano nato in Giappone, con cui Nibali aveva un conto in sospeso, dopo la beffa nell'ultima tappa della Vuelta del 2013 che ha visto l'italiano accontentarsi del secondo posto proprio dietro al corridore della Lampre. Ci ha provato Nieve a far onore al team Sky che senza Froome non ha portato a casa nemmeno una vittoria di tappa. A provare a fermare Nibali ha rischiato anche una ragazza, che parlando al cellulare, non si è accorta di intralciare la cavalcata dell'azzurro.


Poi il nulla!Agli altri rimangono le briciole. I francesi, la maglia bianca Pinot e il giovane Bardet si marcano a vicenda, Valverde pensa a tenere il passo per non perdere il secondo posto nella generale, Majka si accontenta dei punti per la maglia a pois di miglior scalatore, Peraud insegue il miglior risultato al Tour a 37 anni.


Quando rimane solo la cronometro come ultimo ostacolo prima di arrivare alla passerella di Parigi, Nibali possiede più di 7 minuti di vantaggio su Pinot salito secondo davanti a Peraud e Valverde, con quest'ultimo crollato giù dal podio.
Vinokourov con l'ammiraglia era subito dietro al suo campione, che con questa vittoria ha messo la bandierina su tutti i rilievi montuosi attraversati in questo Tour ed è il sesto ciclista di sempre a trionfare in tutti e tre i Grandi Giri, con la vittoria alla Vuelta nel 2010 e il trionfo al Giro d'Italia lo scorso anno.

Aspettando degni avversari, lo Squalo si mangia tutto quello che trova davanti.

mercoledì 23 luglio 2014

Dietro Majka tanta Italia: anche i Pirenei si tingono di azzurro

Mentre Nibali continua a controllare da vicino gli avversari per la classifica generale, i più giovani della carovana su due ruote si danno battaglia frazionando il gruppo in più plotoni sull'ultima asperità della 17^ tappa.


E così a trionfare è ancora il ragazzo della Tinkoff, Rafal Majka, già vincitore sul Risoul, che ha corso un'altra tappa in maniera intelligente, lasciando sfogare gli altri fuggitivi sulle prime montagne, soprattutto l'avversario per la classifica dei migliori scalatori, Joaquim Rodriguez, per poi beffare tutti nell'ascesa a Pla d'Adet. Lanciando occhiolini alla telecamera, il 24enne polacco ma che parla bene l'italiano, vive a Lucca e ha il manager italiano, Giovanni Lombardi, si è andato a prendere con un bel sorriso la sua seconda vittoria in carriera.
Bellissima prestazione dei corridori italiani, a partire da Nibali che non è rimasto a guardare, ma appena le pendenze si sono fatte più aspre, lo Squalo ha piazzato un paio di strappi che hanno fatto male a tutti i suoi diretti inseguitori, da Valverde a Pinot che aveva provato, a una decina di km dall'arrivo, a mettere metri tra lui e Bardet.


L'unico a reggere al ritmo di Vincenzo, rimasto anche in questo caso senza compagni di squadra, è stato ancora una volta l'altro francese della AG2R la Mondiale, Peraud, che ha approfittato della scia del messinese per recuperare tempo sul capitano della Movistar, sul compagno di squadra Bardet e sulla maglia bianca Pinot.

Ma da sottolineare sono le bellissime prove di Visconti e De Marchi.


 Il tre volte campione italiano, dopo aver approfittato della fuga insieme a Rolland, Rodriguez,Frank Schleck e Van de Broeck, ha provato a fare il colpaccio andandosene in solitaria negli ultimi kilometri, ma l'esperienza di Majka e la gamba del polacco, hanno riportato la maglia a pois a contatto con l'azzurro, prima di abbandonarlo nell'ultimissimo tratto di salita a -2 km dall'arrivo.
La forza e il carattere di Giovanni, che per qualche minuto ha pensato di ripetere l'impresa al Giro sul Galivier, gli hanno permesso comunque di chiudere secondo, senza farsi raggiungere dal gruppetto di Nibali.
Un plotoncino di 4 unità guidato dal corridore dell'Astana, che nel frattempo aveva assorbito anche altri due fuggiaschi come Rolland e il nostro De Marchi.

Il Rosso di Buja, chiamato così dal nome della città friulana, si era già messo in mostra sul Risoul, meritando con la sua prestazione il premio, evidenziato dal numero rosso sulla divisa, di miglior combattente di giornata, onorificenza che si è meritato anche oggi arrivando insieme alla maglia gialla sulla linea del traguardo, e aiutando anche il suo connazionale nell'ultimo kilometro, mettendosi davanti a tirare.

Alla fine la classifica di tappa dice 3 italiani nei primi 5, in una di quelle più insidiose dell'intero Tour, e arrivata quando mancano poco più di 500 km a Parigi. I veri sconfitti sono gli spagnoli, in difficoltà sulle loro montagne, con Valverde che ha limitato i danni solo grazie all'aiuto dei compagni e con Purito Rodriguez che si è visto soffiare sotto al naso la maglia a pois da Majka.


Per Nibali il trionfo che completerebbe il trio dei grandi Giri è ormai vicino, con il vantaggio su Valverde portato oltre i 5 minuti, e solo una crono e una tappa di montagna come ostacoli rimasti.
Ma anche oggi veri avversari capaci di attaccarlo, non se ne sono visti, mentre si è vista la presenza italiana non limitata al solo siciliano.


martedì 22 luglio 2014

Il trionfo di Rogers

Anche noi italiani oggi possiamo festeggiare un po' dopo la 16^ tappa del Tour de France. Michael Rogers è australiano dalla nascita e ha sempre corso per la sua nazione ai mondiali, portando a casa anche numerosi premi come il bronzo e l'argento vinti con gli Under23 e soprattutto i tre ori vinti nelle cronometro da professionista.

Però il nativo di Barham, nel Nuovo Galles del Sud, ormai parla un italiano perfetto, frutto dei tanti anni passati in Italia, dove vive ancora a oggi, nella bellissima cittadina di Gorla Minore, nel Varesotto.

Rogers è arrivato qui nel lontano 1997 da ciclista promettente, grazie all'aiuto della Australian Institute of Sport che gli permetteva di allenarsi in Europa.

L'australiano si fece notare da subito nella sua specialità ottenendo ottimi piazzamenti nei suoi primi anni da pro, fino a vincere nel 2003, il Giro di Germania, sfruttando proprio l'ultima tappa a cronometro, mettendosi dietro campioni del calibro di Ullrich e Vinokourov.

Ma il meglio arrivò tra il 2003 e 2005, con le tre medaglie d'oro consecutive vinte ai Mondiali, sempre nelle prove a cronometro, anche se il primo anno a trionfare fu Millar, prima di essere squalificato per doping; nello stesso modo arrivò a conquistare la medaglia di bronzo alle olimpiadi di Atene, quando fu l'americano Hamilton ad essere escluso dal primo posto a causa di una trasfusione di sangue.


Negli anni successivi Rogers entrò a far parte di squadre importanti come la Quick Step di Bettini, Boonen e Virenque e la T-Mobile di Ullrich, che nel 2006 fu coinvolta nella "Operacion Puerto" e cambiò totalmente struttura.
Quelle stagioni per Michael sono state povere di successi, con piccole affermazioni come nel Tour della California o nel Giro di Romandia. Il peggio arriva nel 2007 nell'ottava tappa del Tour de France, la prima vera tappa di montagna, quando Rogers cadendo, si rompe un ginocchio e dice addio alla corsa.

Appena ripresosi dall'infortunio e dopo mesi di riabilitazione, arriva un'altra brutta notizia per lui, scoprendo di aver contratto la mononucleosi. Altri due mesi di stop forzato e tanta delusione per il tempo che passa senza salire sui pedali.

Quando Rogers risale su una bici, all'inizio del 2009, sembra quasi arresosi al destino, decide di dedicarsi solo a piccole gare e riparte perfino da dove aveva cominciato, dal campionato nazionale australiano a cui non partecipava dal 2003, dove aveva raccolto due secondi posti.
Stavolta invece Michael riesce anche a vincere, riportando in alto la sua carriera, e lo si vede al Giro d'Italia di quello stesso anno in cui trionfa nella cronometro d'apertura a Venezia, e chiude la classifica generale al 6^ posto, il suo miglior risultato in un grande giro.


Fino ad oggi l'australiano si è concentrato sulle manifestazioni che duravano meno di una settimana, vincendo anche la Vuelta d'Andalucia nel 2011 e arrivando secondo al Criterio del Delfinato l'anno successivo, affermazioni che gli permettono di passare prima alla corte di Wiggins nel team Sky e poi alla Saxo-Tinkoff, al cospetto del fortissimo Contador, rientrato dopo due anni di squalifica, anche lui per lo tsunami causato dal doping nel 2006.

Il gran lavoro di gregario di Rogers, permette a Contador di lottare per i primi posti, anche se finirà il Tour del 2013 ai piedi del podio. Poi il caso clenbuterolo, la stessa sostanza che aveva fermato lo spagnolo, al quale l'australiano risulta positivo dopo la Japan Cup da cui era uscito vittorioso. Ma dopo aver constatato che avrebbe assunto il contenuto per mezzo di cibo cinese, usato per ingrassare i maiali e vitelli, viene assolto da ogni accusa.

Il riscatto è per quest'anno, con Michael che si è ben comportato al Giro d'Italia con due vittorie di tappa e specialmente la vittoria sullo storico Zoncolan, e arriva al Tour in grande forma. Alberto Contador deve vedersela con Froome e Nibali. Ma sia lui che l'inglese finiscono al tappeto, cadendo proprio quando la strada iniziava a inclinarsi.
Per il team Saxo e per Rogers è un vero shock vedere il proprio capitano abbandonare la corsa prematuramente, e ci vorranno 3-4 giorni per riprendersi dal colpo subito.
La prima scossa l'hanno data nella 13^ e 14^ tappa con Majka che prima ha chiuso alle spalle di Nibali sul Chamrousse, con soli 10 secondi di ritardo, e poi ha trionfato in solitaria sul Risoul, dopo una lunga fuga sulle montagne più irte della Grande Boucle.


Oggi la passerella finale è stata tutta per Michael che si è prima inserito nella fuga giusta di giornata, insieme ad altri 20 corridori, ha tenuto testa sulle montagne, soprattutto sulla durissima ascesa alla Port de Bales, e quando è rimasto solo con due corridori, il tenace Voeckler e lo specialista delle scalate Serpa, ha deciso di farsi notare rimproverando i suoi compagni di fuga, accusandoli di non collaborare per arrivare insieme al traguardo.

Perciò dopo essere ripresi da Kirienka e Gautier, con quest'ultimo sempre dell'Europcar di Voeckler, decide di approfittare degli scatti insensati dei due del team francese, e li punisce nei kilometri finali di falsopiano, mettendo in mostra tutte le sue qualità di "cronoman", e facendo in modo che non gli prendessero la scia.

Sul traguardo di Bagneres de Luchon arriva a braccia alte, un'inchino al pubblico e subito dopo lascia andare le lacrime. La commozione è tanta, anche in ricordo al recente passato messo finalmente da parte.
La gioia più grande arriva alla notizia del messaggio lasciato su Twitter dal suo capitano, che da un letto di un centro di riabilitazione di Lugano, si complimenta con il compagno per la bellissima impresa compiuta.

Forse Rogers non si sarebbe mai aspettato di ottenere i suoi più grandi successi, le più alte montagne delle Alpi e dei Pirenei, a 35 anni, quando si accontentava di fare ormai il gregario. Ma alla fine è arrivato il giusto premio di una carriera fatta di sacrificio e speranze.

lunedì 21 luglio 2014

Il Resoconto del Lunedì

Tanto sport nella settimana appena conclusa, dove gli italiani si sono messi in mostra soprattutto negli sport di squadra.


Mondiali per la scherma a Kazan, dopo la prima settimana, l'Italia é in testa al medagliere con 2 ori, 1 argento e 2 bronzi grazie soprattutto alla fortissima squadra femminile, con Arianna Errigo che ha vinto la gara di Fioretto battendo in semifinale Valentina Vezzali e avendo la meglio su Martina Batini in finale. L'altro oro è arrivato con la giovane 23enne Rossella Fiamingo che dopo aver battuto con difficoltà l'estone Embrich e l'ucraina Shemyakina, si è sbarazzata con un secco 15-11 della forte tedesca Heidemann. Dagli uomini è arrivato il bronzo di Enrico Garozzo, che nelle semifinali della Spada individuale si è dovuto arrendere al coreano Park, mentre nella Sciabola il nostro Aldo Montano, dopo aver superato i primi tre turni agevolmente, ha ceduto nella sfida contro il russo Kovalev, vincitore poi della medaglia d'oro.
Altri 3 giorni per le sfide a squadre in cui gli azzurri si faranno sicuramente notare.

Come si sono fatti notare i ragazzi dell'Italvolley, chiudendo con uno splendido terzo posto la World League anche se rimane il rammarico della semifinale persa con il Brasile, specialmente per quel primo set buttato perché gli azzurri erano scesi in campo troppo rigidi.


La finale per il terzo posto invece è stata vinta con grande sicurezza dai ragazzi di Berruto, che sconfiggendo in tre set l'Iran davanti al numeroso pubblico di Firenze, bissano il risultato conquistato l'anno scorso in Argentina, dove si arresero in semifinale con la Russia, prima di averla vinta sui bulgari.
Tolta qualche incertezza soprattutto al servizio e in ricezione, la squadra guidata da capitan Birarelli ha mostrato grandi passi in avanti rispetto alle ultime partite della fase a gironi, che fanno ben sperare per i mondiali che si terranno in Polonia a fine agosto. Risultato a sorpresa in finale, con gli Stati Uniti che hanno avuto la meglio su un Brasile distratto e troppo falloso, 3^ volta secondo negli ultimi 4 anni, mentre gli americani possono tornare a sollevare il trofeo dopo la loro prima affermazione proprio a Rio de Janeiro nel 2008.

Sempre più gialla la maglia di Vincenzo Nibali che sta continuando a dominare sulle strade del Tour chiudendo la seconda settimana della Grande Boucle con più di 4 minuti sui diretti inseguitori, dopo le tappe che sono passate dall'Izoard, dal Lautaret e dal Chamrousse dove il siciliano ha sollevato le braccia come omaggio ai cent'anni dalla nascita di Gino Bartali, e in ricordo della scomparsa di Fabio Casartelli, morto 19 anni fa. Nell'arrivo a Risoul invece, lo Squalo dopo aver staccato tutti, da Bardet a Valverde, ha lasciato la vittoria al polacco Rafal Majka, in fuga dai primi kilometri della 14^ tappa, una piccola soddisfazione per la Tinkoff dopo la perdita di Contador.


In terra tedesca, invece, si sono svolti il torneo di Amburgo di tennis e il Gran Premio di Hockenheim con alcune sorprese.
Nella gara di Formula 1 vince ancora Rosberg che così guadagna ulteriori punti sul compagno in Mercedes, Hamilton, finito terzo ma partito dalle retrovie dopo il botto sul guardrail nelle qualifiche del sabato. Grande prestazione di Bottas che si infila tra i due leader della classifica generale, tenendo magnificamente negli ultimi giri alla pressione fatta dal britannico. Altro brutto incidente alla prima curva per l'altro pilota della Williams, Felipe Massa, finito a testa in giù dopo la collisione con Magnussen.
Altra infinita e spettacolare lotta tra Vettel e Alonso, 4^ e 5^, con lo spagnolo che aveva tenuto dietro il campione del mondo fino a pochi giri dal termine, prima di dover lasciare la posizione per un pit-stop costretto dalle gomme usurate.


Sulla terra rossa di Amburgo, Fognini che difendeva il titolo, è uscito subito contro il giovane serbo Kraijnovic perdendo malamente in due set, mentre si è fatto onore Andreas Seppi, arresosi solamente ai quarti contro la testa di serie numero 1, David Ferrer, in una bella partita in cui l'altoatesino ha giocato meglio, non sfruttando però alcune palle break che avrebbero risolto la sfida a sua favore nel terzo e decisivo set.
Lo spagnolo ha poi perso in finale, in un'altra sfida avvincente contro l'argentino Leo Mayer, con un recupero del numero 6 al mondo dal 3-5 al 6-5 nel set finale, prima di cedere la vittoria all'avversario nel tie break.

Negli altri tornei della settimana, trionfo di Tomic su Karlovic a Bogotà, seconda vittoria nel circuito ATP per il 21enne australiano, mentre a Bastad in Svezia è arrivato il terzo titolo in carriera per la tedesca Mona Barthel che ha sconfitto in finale la sudafricana Scheepers. La 24enne non vinceva un torneo dal gennaio 2013 quando ebbe la meglio sulla nostra Errani nell'Open di Parigi.

Ho già detto qualcosa ieri sulla vittoria di Caroline Wozniacki a Istanbul che ha deciso con un doppio 6-1 la finale contro la nostra Robertina Vinci, apparsa un po' stanca anche a causa dei due tornei consecutivi portati fino alla domenica.


Ricollegandomi alla Wozniacki, ho parlato anche della vittoria fantastica di Rory McIlroy, suo ex fidanzato, nel prestigioso Open Championship di golf, torno svoltosi quest'anno al Royal Liverpool nel nord Inghilterra.
Il 25enne ha chiuso già la prima giornata in testa alla classifica e non ha permesso a nessuno di attaccarlo nei tre giorni successivi. Chi ci ha provato e ha giocato al suo fianco come Dustin Johnson o Rickie Fowler, sono finiti a guardare la profondità dei driver di Rory e la sua capacità di uscire alla grande da situazioni complicate come palle finite nel bunker o nel rough alto.



L'unico che ha messo un po' di pressione nel giro finale è stato Sergio Garcia, arrivato fino a due colpi dal nordirlandese, ma ha dovuto alzare bandiera bianca a 4 buche dalla fine. McIlroy raggiunge così Jack Nicklaus e Tiger Woods, finito oltre il 30esimo posto in questa edizione, tra i golfisti più giovani di 25 anni a vincere tre majors diversi.

Benissimo gli italiani con tutti e tre nei primi 20, guidati da Dodo Molinari al 7^ posto e con il fratello Francesco e con Matteo Manassero distanti pochi colpi. Grande risultato per Edoardo dopo l'infortunio al polso e l'operazione subita la scorsa primavera, mentre è stata bellissima la reazione di Chicco dopo l'abbandono del suo caddie alla vigilia del torneo e il brutto giro in 75 nella terza giornata. Più costante Matteo che ha mostrato ancora una volta di aver ritrovato il suo miglior putt.



Infine, ma non ultimi in ordine d'importanza, due sport di squadra.
La vittoria agli Europei di hockey su pista del gruppo azzurro, che ha avuto ragione su Francia, Portogallo, la più titolata con 20 successi, e la forte Spagna vincitrice delle ultime sette edizioni, con il cinque italiano che non si affermava dal 1990 con il trionfo in casa nostra a Lodi. E' la terza medaglia d'oro in 50 edizioni.

E la pallanuoto, con il settebello e il setterosa che passano il turno dopo la fase a gironi dell'Europeo di Budapest, ma con il team maschile che potrebbe saltare direttamente alle semifinali senza passare dallo spareggio se dovesse vincere l'ultima partita in programma oggi contro la Grecia, e sperare nella minor differenza reti del Montenegro con cui compete per il primato nel girone.
La giovane squadra guidata dal portierone Tempesti, dopo il pareggio con la nazione di Perovic, potrebbe riportarsi nelle prime 4 al mondo dopo il secondo posto conquistato 4 anni fa in Croazia, mentre le azzurre dovranno difendere il titolo vinto in Olanda, passando dallo spareggio contro le greche, a causa della sconfitta nella terza e ultima partita del girone contro la Spagna.