sabato 6 settembre 2014

La Vuelta scopre le carte e i migliori escono allo scoperto

Ultimi 5 kilometri di fuoco, è stata un'ascesa faticosissima per il gruppone della Vuelta.

Si incomincia a fare sul serio nel tour spagnolo, con i migliori pronti a dare spettacolo per conquistare la maglia rossa e portarla fino a Compostela.
Quando il plotone partito stamattina da Santander, e dopo aver scalato già il Puerto di San Glorio, è arrivato a Sabero, ai piedi della salita verso La Camperona, a contendersi la tappa c'erano numerosi fuggitivi tra cui Hesjedal, Kolobnev e Arroyo, che avevano accumulato più di 3 minuti di vantaggio sul gruppo composto dai migliori uomini di classifica.

Da quel momento c'è stata vera battaglia, sia avanti che dietro, con lo svizzero Zaugg che ha guadagnato metri sui compagni di fuga, mentre tra chi inseguiva sono andati in difficoltà prima Uran e Sanchez, poi Chris Froome che sembrava non essere in giornata.

Le ali di folla presenti sull'asperità spingevano i corridori pedalata dopo pedalata, le pendenze si sono fatte sempre più proibitive, finalmente si poteva iniziare a vedere chi aveva qualcosa in più per vincere questa Vuelta.
Purito Rodriguez poteva persino contare sull'aiuto del compagno di squadra Giampaolo Caruso, Contador non stava fermo un secondo sulla sella, Valverde sembrava tornato indietro nel tempo, quando le gambe giravano all'unisono.
E con loro ancora una volta non poteva mancare il nostro Fabio Aru. Poteva non essere la giornata degli italiani, con nessun corridore della penisola nel gruppo dei fuggitivi, e invece ci ha pensato il capitano dell'Astana a mantenerci lì in prima linea con i più forti.


Arrancava Fabio, e anche quando mollava qualche centimetro, a bocca aperta e sbandando con la sua bici, tornava ad agganciarsi all'ultima ruota del plotoncino.
Valverde ci ha provato, più di una volta, ma Contador era pronto a riportarsi sotto in un batter di ciglia.
Froome aveva annunciato prima della partenza, che per lui sarebbe stata un'altra cronometro, sarebbe salito del suo passo, e infatti con la sua andatura costante, senza praticamente alzarsi mai sui pedali, ricompare alle spalle dei diretti concorrenti.

Lo spagnolo della Movistar invece osa troppo e finisce per chiedere troppo dal suo fisico. Contador lo capisce e prima lui e dopo perfino l'inglese del team Sky, sferrano un doppio gancio destro a Valverde che deve arrendersi e perdere la coda del gruppetto.
Aru invece rimane lì, non ne vuole sapere di mollare.
Avanti succede l'imprevedibile, con il canadese Ryder Hesjedal che recupera lo svantaggio su Zaugg, praticamente esausto negli ultimi 300 metri, lo sfila e va a trionfare incredulo. Con una sola vittoria, il 33enne della Garmin e vincitore del Giro d'Italia due anni fa, si mette alle spalle un brutto 2013 e le critiche sollevate negli ultimi giorni, con l'accusa di avere una bici truccata e provvista di motorino.

Ma l'attenzione è tornata subito a qualche metro più dietro dove Froome continua a sorprendere tutti con la sua pedalata, avvantaggiandosi rispetto a Contador, Rodriguez e Aru.
Il ragazzo sardo cerca di riportare sotto il trio, il carattere e la personalità di Fabio sono commoventi, ma finisce per subire lo scatto tipico di Purito Rodriguez quando è prossimo al traguardo.
La tappa si conclude con Froome e lo spagnolo della Katusha che guadagnano 5 secondi su Contador e Aru, con Valverde che limita i danni a mezzo minuto, mentre i veri sconfitti di giornata sono Uran e Sanchez, con i quali arriva Damiano Caruso, che pagano dazio lasciando più di un minuto ai diretti avversari.

La miccia è stata accesa e sarà un'ultima settimana piena di botti e ricca di spettacolo.

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