domenica 6 luglio 2014

Una Finale memorabile: Il Re di Wimbledon 2014 stavolta è Djokovic!

Il sole che batte sul Centrale di Wimbledon in questa calda domenica di inizio luglio, fa ben sperare in quello che sarà ricordato poi come uno dei più bei incontri visti sull'erba londinese nell'ultracentenaria storia di questo torneo.
Le finali al femminile del sabato, non avrebbero lasciato un ricordo indelebile nella memoria dei sempre numerosissimi spettatori inglesi e non, concluse in pochissimo tempo con le vittorie di Kvitova sulla Bouchard nel singolo, e del doppio italiano Errani-Vinci sulla coppia franco-ungherese Babos-Mladenovic. Per loro e nostra fortuna abbiamo recuperato con la finale del doppio maschile dove il duo americano-canadese Sock-Pospisil ha sorpreso in 5 set gli ormai leggendari fratelli Bryan (7 finali Wimbledon dal 2005, con 3 vittorie in tasca). 



Oggi invece è stata tutt'altra storia, con i giocatori attualmente più spettacolari del circuito, che hanno dato vita ad un match fantastico sotto ogni punto di vista.
I tanti VIP presenti sugli spalti (da Orlando Bloom a David Beckham) insieme agli altri 15mila spettatori presenti all'interno del Centre Court e con altrettanti facenti parte del pubblico che assistevano alla partita dal maxi-schermo posto all'esterno del campo, hanno battuto le mani, esultato e si sono disperati per tutte le 4 ore di gioco.

Federer nonostante i quasi 33 "natali" compiuti, non è mai sembrato svantaggiato dal punto di vista fisico contro il 6 anni più giovane di Belgrado, e da subito era intenzionato a diventare il tennista più vincente di sempre sull'erba inglese. Il primo set è quasi volato, nonostante i due campioni abbiano sfoggiato da subito un gran gioco, con dritti e rovesci negli angoli, gran profondità e servizi praticamente mai vulnerabili.
L'epilogo era perciò scontato, con il tie-break che ha visto una lotta punto a punto vinta da RF.
Nel secondo set è arrivata subito la reazione di Djokovic, con due palle break non finalizzate, anche per sfortuna, nel primo game, ma alla terza occasione sul secondo servizio di Federer, il serbo è stato freddo e cinico, portandosi sul 3-1 e chiudendo il set senza offrire mai un'occasione di rimonta allo svizzero, tranne un leggero tentennamento sul 5-4 con la prima "break ball" per Re Roger.




Rimessa la partita sulla perfetta parità, il terzo set è sembrato un po'piatto, con i due interpreti al limite della perfezione al servizio, dove soprattutto lo svizzero ha sfoderato un ace dopo l'altro (saranno 29 alla fine per il nativo di Basilea). Qui Novak ha dato l'impressione di rifiatare dopo lo sforzo fatto nel secondo set, e infatti nel finale del set, dopo essersi procurato 2 palle break sul 5-5 e salvate dall'avversario solo con il servizio, ha chiuso nel tie-break con una giocata più spettacolare dell'altra.
A questo punto tutti i pronostici e l'andamento della partita sembravano andare contro il 7 volte campione che non ha vinto le 2 sfide precedenti terminate al 5^ set contro il serbo, anche se Djokovic l'aveva spuntata in entrambe le situazioni sul cemento del Flushing Meadow di NY e nel lontano bienno 2010-2011.
Infatti la partita sembrava aver avuto una svolta a favore del momentaneo numero 2 al mondo, nel 4^ gioco sul servizio di Roger, con lo svizzero che riesce ad annullare ben 3 palle break, ma non può nulla sulla quarta.
Quando il serbo vuole qualcosa, la ottiene!
Ma quello che Novak non considera è la voglia del leone, la grande reazione del vincitore di ben 17 Slam, che subito risponde sul servizio del suo rivale, e alla prima palla break sul 15-40 chiude con un gran dritto.
Bradley Cooper apprezza dagli spalti e con lui tanta gente che sembrava spingere di più per lo svizzero, non tanto per rivalità contro Djokovic,  piuttosto per continuare ad assistere ad una serie di colpi da maestro che il padre di 4 figli continua a sfoggiare contro il più giovane avversario. 
Ma Djokovic si è dimostrato da subito al meglio, e da qui la solidità del serbo prende il sopravvento "breakkando" ancora una volta il suo antagonista, portandosi sul 4-2. I due game successivi volano via a favore di chi è al servizio, e si arriva sul 5-3 al nono game che potrebbe proclamare Djokovic campione per la seconda volta dopo la finale vinta contro Nadal nel 2011 (e dopo aver perso quella dell'anno scorso con il beniamino di casa Murray), ma ancora una volta l'imprevista reazione del campione lo sorprende: linee perfette, perfino l'"occhio di falco" è con King Roger, e alla prima occasione lo svizzero si riporta sul 5-5 e riapre il match. Il serbo non ci sta e sul servizio di Federer si procura il suo primo match-point, ma il suo collega più anziano non molla, serve prime con freddezza, rimonta e si conquista il possibile tie-break.
A sorpresa non ce ne sarà bisogno perché il 4 volte vincitore degli Australian Open da l'impressione di aver accusato il colpo, tentenna al servizio, subisce il gioco dello svizzero e si fa nuovamente "breakkare".
Pubblico in visibilio, si va al 5^ set con un Djokovic scoraggiato per le occasioni non sfruttate, mentre Federer pare perfino sorpreso della sua stessa reazione e di come stia combattendo la partita anche a livello fisico. Infatti mentre Roger sembra pimpante, Djokovic sfrutta il medical timeout per farsi curare un fastidio al polpaccio rimediato su una pericolosa scivolata all'inizio del 5^ set.


Fino a quel punto i due tennisti avevano mantenuto in scioltezza il loro servizio e si trovavano 2-1 per il serbo con Federer che avrebbe servito nel quarto game.
La musica non cambia nemmeno nei tre game successivi con il serbo che è preciso nei passanti stretti e nei lungolinea, mentre il suo antagonista è rapido nelle discese a rete e nelle conclusioni con gli smash.
Il settimo game probabilmente è quello che decide la partita, con il serbo al servizio e in difficoltà sul 30 pari. Novak sembra essere alle corde e troppo lontano dalla linea di fondo, Federer con una delle sue discese si procura la palla break. Djokovic reagisce con le prime e con un paio di dritti profondissimi salvando il servizio e portandosi sul 4-3. 
A questo punto chiunque segua questo sport sa che anche per i campioni e alieni come loro due, dopo un game perso lottando con tutte le tue forze e dopo 3 ore e mezza di partita, quello successivo al 90% lo paghi sia fisicamente che mentalmente, anche per uno impassibile come Roger.
Ma lui sorprende ancora tutti e annulla ben tre palle match, con la seconda aiutato anche dal nastro che blocca un passante di Novak.
Dopo un estenuante scambio a rete dove i due mostrano tutte le loro potenzialità, lo svizzero salva il servizio creando ancora sconforto nell'umore del serbo, che però sembra ormai aver intrapreso la giusta strada verso il titolo.
Chiuso a 15 il nono game sul 5-4, approfitta del blocco imprevisto dell'avversario al servizio portandosi sullo 0-30; le tre palle break non arrivano per pochi centimetri, ma Roger sembra ormai arreso e infatti stavolta non può nulla sul dritto potente del serbo che costringe la risposta dello svizzero a fermarsi sul nastro.
Lo staff e la famiglia del serbo esultano, è la prima vittoria di Novak da quando Becker è il suo coach, con il tedesco che si prende una piccola rivincita personale con Edberg che l'aveva battuto 2 volte su 3 nelle finali disputate proprio su questa superficie.

Ma quello che rimane negli occhi di chi ha potuto ammirare questa sfida, sarà la magnifica partita giocata da questi due grandi campioni, che non hanno risparmiato prodezze e hanno chiuso il match con 75 vincenti Roger, e 68 Novak, con meno di 30 errori non forzati a testa in ben 5 set giocati, uno dei risultati più positivi della storia del tennis.

Federer non porta a casa il suo ottavo trofeo a Wimbledon, che l'avrebbe incoronato re assoluto del centrale (per adesso condivide il "titolo" con Sampras e Renshaw (era Amateur) con 7), ma di sicuro non ha perso questa partita con il gioco o con il carattere, ma solo ai punti.

A fine partita dopo aver alzato il piatto del finalista sconfitto, ammette di non credere di essere arrivato al quinto set, tra le risate del pubblico londinese, e poi dedica questa altra grande prestazione alle figlie gemelle presenti accanto alla moglie Mirka.




Djokovic dopo aver "mangiato" l'erba del centrale, appare commosso ai microfoni e quasi in lacrime ringrazia tutti, spendendo soprattutto parole per il suo avversario, riconoscendogli il suo gran talento e la sua signorilità di grande uomo oltre ad atleta, perfino ringraziandolo per "avergli concesso la vittoria".
Poi tanta commozione ricordando non solo sua moglie al sesto mese di gravidanza e prossima al matrimonio, ma soprattutto la dedica al suo primo coach Jelena Gencic scomparsa lo scorso anno, a cui deve il suo gioco e il suo comportamento sul campo.



Le emozioni continuano con Djokovic che segue le procedure con la Coppa stretta tra le braccia e mostrata sul balcone del Centrale che si affaccia sull'esterno con il pubblico ad appaludirlo. Poi la consegna ad uno degli addetti, sognando di abbracciarla una terza volta...

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