mercoledì 9 luglio 2014

Grande impresa sul pavè: Nibali sempre più re del Tour

Quinta tappa del Tour che arrivava sotto la porta dedicata al mitico Hinault. Ben sette tratti di pavè, 152 kilometri di una tappa che avrebbe fatto ammirare i paesaggi ma niente di più. Invece non sono servite le montagne per produrre forti emozioni perché la pioggia e il maltempo hanno creato un'atmosfera quasi leggendaria.

Appena mi collego con la Grande Boucle, subito la brutta notizia del ritiro di Froome uno dei grandi favoriti alla vittoria del giro, a causa di ben tre cadute che hanno costretto l'inglese a dover rinunciare alla corsa.
Benda sul ginocchio, pantaloncino strappato e sguardo cupo sono le ultime immagini che accompagnano il corridore di origine keniota nell'auto del team Sky.



La seconda notizia che balza alle mie orecchie è invece tutt'altro che negativa: Nibali è in fuga!
Nonostante non ci siano altopiani e lo Squalo non prediliga in particolar modo la strada fatta di mattonelle, il messinese è davanti insieme ad un gruppetto di altri corridori più quotati per una tappa come questa, che ricorda tanto le classiche come la Parigi-Roubaix. Cancellara che è uno di questi, ha vinto per tre volte su superfici simili, Sagan è uno dei giovani più promettenti e poi ci sono gli olandesi e i belgi che adorano questi tracciati.




Invece l'italiano ha preparato tutto alla perfezione, la fuga dei compagni di squadra, non lascia libertà a nessuno dei quei corridori che sono distanti da lui solo 2 secondi in classifica, perché nonostante non siano pericolosi per la classifica finale, non vuole cedere quella maglia gialla che si è conquistato a Sheffield.
Si sa che le imprese difficilmente sono opera di un uomo solo e infatti Nibali non avrebbe mai dato più di 2 minuti  a Valverde e Richie Porte (nuovo capitano Sky dopo il ritiro di Froome) e quasi 3 a Contador, se non ci fosse stato l'aiuto dei compagni di squadra.

Il sostegno dato da Fuglsang arrivato con Nibali fin sul traguardo e soprattutto quello di Westra nominato anche dal Tour come il più combattivo della tappa, non hanno mai fatto sentire il siciliano solo, nemmeno per un secondo.



Il resto è tutto da incorniciare: dall'olandese Bloom, unico capace a resistere agli scatti degli uomini Astana, che ha trionfato in solitaria con 10 sec di vantaggio su Vincenzo e Fuglsang; i volti sporchi di fango schizzato dalle ruote, le quali in movimento affondavano nei piccoli buchi del pavè; le case stupende dei paesini che circondano la foresta di Arenberg nell'estremo nord della Francia.

Mancano ancora due settimane e devono ancora arrivare Pirenei ed Alpi, per permettere a Nibali di alzare il trofeo e portarsi a casa quella maglia che sta meritando di indossare, ma di certo il capitano dell'Astana sta compiendo delle imprese che lo stanno ponendo al fianco di nomi importanti del ciclismo.

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