mercoledì 23 luglio 2014

Dietro Majka tanta Italia: anche i Pirenei si tingono di azzurro

Mentre Nibali continua a controllare da vicino gli avversari per la classifica generale, i più giovani della carovana su due ruote si danno battaglia frazionando il gruppo in più plotoni sull'ultima asperità della 17^ tappa.


E così a trionfare è ancora il ragazzo della Tinkoff, Rafal Majka, già vincitore sul Risoul, che ha corso un'altra tappa in maniera intelligente, lasciando sfogare gli altri fuggitivi sulle prime montagne, soprattutto l'avversario per la classifica dei migliori scalatori, Joaquim Rodriguez, per poi beffare tutti nell'ascesa a Pla d'Adet. Lanciando occhiolini alla telecamera, il 24enne polacco ma che parla bene l'italiano, vive a Lucca e ha il manager italiano, Giovanni Lombardi, si è andato a prendere con un bel sorriso la sua seconda vittoria in carriera.
Bellissima prestazione dei corridori italiani, a partire da Nibali che non è rimasto a guardare, ma appena le pendenze si sono fatte più aspre, lo Squalo ha piazzato un paio di strappi che hanno fatto male a tutti i suoi diretti inseguitori, da Valverde a Pinot che aveva provato, a una decina di km dall'arrivo, a mettere metri tra lui e Bardet.


L'unico a reggere al ritmo di Vincenzo, rimasto anche in questo caso senza compagni di squadra, è stato ancora una volta l'altro francese della AG2R la Mondiale, Peraud, che ha approfittato della scia del messinese per recuperare tempo sul capitano della Movistar, sul compagno di squadra Bardet e sulla maglia bianca Pinot.

Ma da sottolineare sono le bellissime prove di Visconti e De Marchi.


 Il tre volte campione italiano, dopo aver approfittato della fuga insieme a Rolland, Rodriguez,Frank Schleck e Van de Broeck, ha provato a fare il colpaccio andandosene in solitaria negli ultimi kilometri, ma l'esperienza di Majka e la gamba del polacco, hanno riportato la maglia a pois a contatto con l'azzurro, prima di abbandonarlo nell'ultimissimo tratto di salita a -2 km dall'arrivo.
La forza e il carattere di Giovanni, che per qualche minuto ha pensato di ripetere l'impresa al Giro sul Galivier, gli hanno permesso comunque di chiudere secondo, senza farsi raggiungere dal gruppetto di Nibali.
Un plotoncino di 4 unità guidato dal corridore dell'Astana, che nel frattempo aveva assorbito anche altri due fuggiaschi come Rolland e il nostro De Marchi.

Il Rosso di Buja, chiamato così dal nome della città friulana, si era già messo in mostra sul Risoul, meritando con la sua prestazione il premio, evidenziato dal numero rosso sulla divisa, di miglior combattente di giornata, onorificenza che si è meritato anche oggi arrivando insieme alla maglia gialla sulla linea del traguardo, e aiutando anche il suo connazionale nell'ultimo kilometro, mettendosi davanti a tirare.

Alla fine la classifica di tappa dice 3 italiani nei primi 5, in una di quelle più insidiose dell'intero Tour, e arrivata quando mancano poco più di 500 km a Parigi. I veri sconfitti sono gli spagnoli, in difficoltà sulle loro montagne, con Valverde che ha limitato i danni solo grazie all'aiuto dei compagni e con Purito Rodriguez che si è visto soffiare sotto al naso la maglia a pois da Majka.


Per Nibali il trionfo che completerebbe il trio dei grandi Giri è ormai vicino, con il vantaggio su Valverde portato oltre i 5 minuti, e solo una crono e una tappa di montagna come ostacoli rimasti.
Ma anche oggi veri avversari capaci di attaccarlo, non se ne sono visti, mentre si è vista la presenza italiana non limitata al solo siciliano.


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