martedì 22 luglio 2014

Il trionfo di Rogers

Anche noi italiani oggi possiamo festeggiare un po' dopo la 16^ tappa del Tour de France. Michael Rogers è australiano dalla nascita e ha sempre corso per la sua nazione ai mondiali, portando a casa anche numerosi premi come il bronzo e l'argento vinti con gli Under23 e soprattutto i tre ori vinti nelle cronometro da professionista.

Però il nativo di Barham, nel Nuovo Galles del Sud, ormai parla un italiano perfetto, frutto dei tanti anni passati in Italia, dove vive ancora a oggi, nella bellissima cittadina di Gorla Minore, nel Varesotto.

Rogers è arrivato qui nel lontano 1997 da ciclista promettente, grazie all'aiuto della Australian Institute of Sport che gli permetteva di allenarsi in Europa.

L'australiano si fece notare da subito nella sua specialità ottenendo ottimi piazzamenti nei suoi primi anni da pro, fino a vincere nel 2003, il Giro di Germania, sfruttando proprio l'ultima tappa a cronometro, mettendosi dietro campioni del calibro di Ullrich e Vinokourov.

Ma il meglio arrivò tra il 2003 e 2005, con le tre medaglie d'oro consecutive vinte ai Mondiali, sempre nelle prove a cronometro, anche se il primo anno a trionfare fu Millar, prima di essere squalificato per doping; nello stesso modo arrivò a conquistare la medaglia di bronzo alle olimpiadi di Atene, quando fu l'americano Hamilton ad essere escluso dal primo posto a causa di una trasfusione di sangue.


Negli anni successivi Rogers entrò a far parte di squadre importanti come la Quick Step di Bettini, Boonen e Virenque e la T-Mobile di Ullrich, che nel 2006 fu coinvolta nella "Operacion Puerto" e cambiò totalmente struttura.
Quelle stagioni per Michael sono state povere di successi, con piccole affermazioni come nel Tour della California o nel Giro di Romandia. Il peggio arriva nel 2007 nell'ottava tappa del Tour de France, la prima vera tappa di montagna, quando Rogers cadendo, si rompe un ginocchio e dice addio alla corsa.

Appena ripresosi dall'infortunio e dopo mesi di riabilitazione, arriva un'altra brutta notizia per lui, scoprendo di aver contratto la mononucleosi. Altri due mesi di stop forzato e tanta delusione per il tempo che passa senza salire sui pedali.

Quando Rogers risale su una bici, all'inizio del 2009, sembra quasi arresosi al destino, decide di dedicarsi solo a piccole gare e riparte perfino da dove aveva cominciato, dal campionato nazionale australiano a cui non partecipava dal 2003, dove aveva raccolto due secondi posti.
Stavolta invece Michael riesce anche a vincere, riportando in alto la sua carriera, e lo si vede al Giro d'Italia di quello stesso anno in cui trionfa nella cronometro d'apertura a Venezia, e chiude la classifica generale al 6^ posto, il suo miglior risultato in un grande giro.


Fino ad oggi l'australiano si è concentrato sulle manifestazioni che duravano meno di una settimana, vincendo anche la Vuelta d'Andalucia nel 2011 e arrivando secondo al Criterio del Delfinato l'anno successivo, affermazioni che gli permettono di passare prima alla corte di Wiggins nel team Sky e poi alla Saxo-Tinkoff, al cospetto del fortissimo Contador, rientrato dopo due anni di squalifica, anche lui per lo tsunami causato dal doping nel 2006.

Il gran lavoro di gregario di Rogers, permette a Contador di lottare per i primi posti, anche se finirà il Tour del 2013 ai piedi del podio. Poi il caso clenbuterolo, la stessa sostanza che aveva fermato lo spagnolo, al quale l'australiano risulta positivo dopo la Japan Cup da cui era uscito vittorioso. Ma dopo aver constatato che avrebbe assunto il contenuto per mezzo di cibo cinese, usato per ingrassare i maiali e vitelli, viene assolto da ogni accusa.

Il riscatto è per quest'anno, con Michael che si è ben comportato al Giro d'Italia con due vittorie di tappa e specialmente la vittoria sullo storico Zoncolan, e arriva al Tour in grande forma. Alberto Contador deve vedersela con Froome e Nibali. Ma sia lui che l'inglese finiscono al tappeto, cadendo proprio quando la strada iniziava a inclinarsi.
Per il team Saxo e per Rogers è un vero shock vedere il proprio capitano abbandonare la corsa prematuramente, e ci vorranno 3-4 giorni per riprendersi dal colpo subito.
La prima scossa l'hanno data nella 13^ e 14^ tappa con Majka che prima ha chiuso alle spalle di Nibali sul Chamrousse, con soli 10 secondi di ritardo, e poi ha trionfato in solitaria sul Risoul, dopo una lunga fuga sulle montagne più irte della Grande Boucle.


Oggi la passerella finale è stata tutta per Michael che si è prima inserito nella fuga giusta di giornata, insieme ad altri 20 corridori, ha tenuto testa sulle montagne, soprattutto sulla durissima ascesa alla Port de Bales, e quando è rimasto solo con due corridori, il tenace Voeckler e lo specialista delle scalate Serpa, ha deciso di farsi notare rimproverando i suoi compagni di fuga, accusandoli di non collaborare per arrivare insieme al traguardo.

Perciò dopo essere ripresi da Kirienka e Gautier, con quest'ultimo sempre dell'Europcar di Voeckler, decide di approfittare degli scatti insensati dei due del team francese, e li punisce nei kilometri finali di falsopiano, mettendo in mostra tutte le sue qualità di "cronoman", e facendo in modo che non gli prendessero la scia.

Sul traguardo di Bagneres de Luchon arriva a braccia alte, un'inchino al pubblico e subito dopo lascia andare le lacrime. La commozione è tanta, anche in ricordo al recente passato messo finalmente da parte.
La gioia più grande arriva alla notizia del messaggio lasciato su Twitter dal suo capitano, che da un letto di un centro di riabilitazione di Lugano, si complimenta con il compagno per la bellissima impresa compiuta.

Forse Rogers non si sarebbe mai aspettato di ottenere i suoi più grandi successi, le più alte montagne delle Alpi e dei Pirenei, a 35 anni, quando si accontentava di fare ormai il gregario. Ma alla fine è arrivato il giusto premio di una carriera fatta di sacrificio e speranze.

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