lunedì 11 agosto 2014

La professoressa e il pugile: la prima risale in cattedra, l'altro mette tutti ko!

Già dal titolo sembra l'inizio di una favola, ma le vittorie di Agnieszka e Jo Wilfried profumano di impresa.
In Canada erano attesi gli americani e i padroni di casa, ma alla fine sono stati tutti sbaragliati dalla polacca e dal francese.

Lui non ha mai vinto un gran torneo, solo 11 titoli minori e un solo Masters1000 ma nel 2008 a Parigi, anno in cui arrivò alla sua unica finale di uno Slam, agli Australian Open. Poi tanti buoni piazzamenti, ma fino ad oggi non era mai riuscito ad inserirsi nei "fantastici 4", anche se a fine 2011, dopo essersi arreso solo nell'ultimo atto delle Finals di Londra, arrivò ad occupare la 5^ posizione del ranking mondiale. Jo però ha "rubato" molti fan agli altri colleghi più famosi, per la sua simpatia dentro e fuori i campi da tennis e per la passione e la determinazione che ci mette in ogni partita giocata.

Lei è ancora alla ricerca della prima vittoria in uno Slam, anche se ci andò molto vicino nel 2012 con la finale a Wimbledon persa contro Serena Williams dopo una lunga battaglia. La giovane ragazza di Cracovia si è già presa molte soddisfazioni negli ultimi anni battendo colleghe molto quotate come Martina Hingis, Dementieva o Maria Sharapova. A differenza del francese non ha stretto tante amicizie con le colleghe del circuito tennistico, facendo parlare di sé più per la sua bravura con la racchetta che per il suo carattere o la sua vita privata.

Il cemento americano si era rivelato maledetto per Jo e Aga, Negli ultimi due anni, per Tsonga c'è stato l'incidente d'auto nel 2012 prima del torneo di Cincinnati e che lo fece arrivare acciaccato agli US Open, uscendo al secondo turno contro lo slovacco Klizan. Nella stagione successiva lo spavento per l'infortunio al ginocchio occorso durante Wimbledon che non gli permise nemmeno di scendere in campo nei tornei in Stati Uniti e Canada.
Agnieszka invece negli otto US Open giocati non è mai andata oltre il quarto turno, con le sconfitte arrivate prima degli ottavi negli ultimi due anni per mano di Makarova e della nostra Vinci.


Persa la Top 10 dopo la sua guarigione, Tsonga incomincia la stagione in Australia da testa di serie numero 13 con un 4^ turno raggiunto facilmente, prima di arrendersi contro Roger Federer. Anche al Roland Garros e a Wimbledon disputa dei tornei in ottima condizione, ma in entrambe le occasioni cede di netto a Novak Djokovic sempre a un passo dagli ottavi, anche se la sconfitta sull'erba londinese fu molto più combattuta.

Il francese si è tolto molti sassolini dalle scarpe eliminando a Toronto, in sequenza, le teste di serie 1, 8, 7 e 2 del tabellone della Rogers Cup. La vittoria che apre le porte del successo al Muhammad Ali del tennis è proprio la prima di queste, il doppio 6-2 rifilato a Djokovic, il quale gli aveva negato ogni speranza di successo negli ultimi anni soprattutto nella finale sopra citata, nella lunghissima sfida delle olimpiadi di Londra e in quella del China Open del 2012. Il tennista di Le Mans sapeva che quella di trovare un Novak non al meglio della sua forma, era un'opportunità ghiotta da non lasciarsi sfuggire, e non ha lasciato scampo al serbo prendendolo a pallate.


Nel frattempo sul cemento di Montreal, Aga partita con il bye del primo turno, essendo testa di serie numero 3 del seeding, si è sbarazzata in pochi minuti della Zahlavova-Strycova, e si è dedicata alla sfida dei quarti più complicata contro la Lisicki. La polacca dopo un primo set dominato, ha subito le buone risposte della tedesca che si è aggiudicata il secondo. Ma nel terzo Agnieszka è tornata a disegnare il campo con traiettorie imprevedibili e ha chiuso la pratica in meno di 30 minuti. Agli ottavi la attendeva una tennista contro cui la Radwanska si era scontrata in passato, la bielorussa Azarenka. Spinta forse più dalla motivazione che dal gioco, Aga è passata come un rullo compressore su Viktoria, chiudendo la sfida con un rapido 6-2 6-2.

Anche la sfida che aspettava Tsonga ai quarti è stata molto più complicata, con un Andy Murray, che lo sconfisse nell'unica finale raggiunta sull'erba, e il quale respirava aria di finale, vista l'eliminazione del numero 1.
Ma non aveva fatto i conti con la determinazione del francese che vince il primo set al tie-break, poi il calo di attenzione per Jo nel finale del secondo, permette a Andy di sfruttare l'occasione e chiudere con un break. Il terzo set inizia per l'inglese sulla scia di quello appena vinto, e lasciando solo due punti al francese, si porta in un batter d'occhio sul 3-0. Ormai sembra fatta per Murray, ma quando il transalpino è vicino al ko, si risolleva e mette in un angolo l'inglese: terzo set ribaltato fino al 5-3, prima di chiudere con il servizio sul 6-4 finale.

In pieno stato adrenalinico Tsonga e Aga in semifinale eliminano in due set il bulgaro Dimitrov, che insieme a Raonic si sta ritagliando uno spazio importante tra i dieci più forti al mondo, ma nulla ha potuto contro il francese, e la la russa Makarova, che aveva battuto la polacca agli ottavi di Wimbledon.

Jo arriva così in finale trovando dall'altra parte del campo un Roger Federer apparso in gran forma durante tutto il torneo fin lì giocato. Nella mente del 29enne probabilmente saranno riapparsi i ricordi del 2011, quando lo svizzero gli procurò due sconfitte nella finale di casa a Parigi-Bercy e in quella delle Finals di Londra. L'emozione non gioca brutti scherzi al francese, che serve in maniera perfetta e con colpi profondissimi mette Re Roger alle corde. L'ex numero 1 riesce a non cedere il servizio ma ad un passo dal tie-break, Tsonga spinge sull'acceleratore e sfrutta la prima palla break dell'incontro. Il secondo set sembra una fotocopia del primo, con il francese che non offre mai occasioni a Federer per rubargli il game a servizio. Lo svizzero invece appare in gran difficoltà nella sua prima partita pomeridiana, ma con eccellenti colpi di classe, salva tutte le palle break e perfino il match point sul 5-4. Arrivati al tie break però, il francese è implacabile, e piazza un uno-due che mette al tappeto il 33enne di Basilea.


Aga si trova a sorpresa la più anziana delle sorelle Williams, con Venus che aveva eliminato Serena in un match spettacolare, che l'aveva vista anche in svantaggio per buona parte della sfida. L'america tornava a battere la sorella dopo ben 5 anni e in un periodo in cui Serena stava vincendo tutto o quasi, perciò sapeva che poteva essere una delle ultime occasioni per tornare a trionfare in un torneo prestigioso dopo la doppietta di Dubai del 2009-2010 e l'ultimo Wimbledon del 2008. Ma Venus sapeva bene che doveva prima averla vinta sulla giovane Aga, perché fu la prima sua vittima eccellente, quando nel 2006 la polacca affrontò la sua prima semifinale di un torneo professionistico in Lussemburgo, perdendo contro Francesca Schiavone.
Dopo 8 anni la storia si è ripetuta, con la Radwanska che da vera maestra ha costretto Venus a commettere errori. La statunitense ha provato a ritornare in partita, ma i colpi difficili da decifrare e la resistenza da fondo campo dell'avversaria l'hanno costretta alla resa.



Mancano solo due settimane allo US Open tanto stregato per Jo e Aga, con il torneo di Cincinnati di mezzo, ma adesso sono più consapevoli delle loro forze e chissà che non alzino il loro primo trofeo di uno Slam proprio sul cemento americano. La Francia dopo il leggendario Lacoste, ci provò con Pioline nel 1993, ma in quei tempi Pete Sampras era invicibile. La Polonia invece aspetta ancora la consacrazione di un grande nome e Aga è ormai pronta a far scrivere il suo.

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