Non sembra sia una favola, quella che Simona Halep sta vivendo, sembra molto convinta di quello che ha fatto.
Quando ha battuto Serena Williams la prima volta, durante la fase a girone, dava l'impressione di aver solo trovato la giornata giusta, ma non infliggi la peggior sconfitta degli ultimi 16 anni a Serena, senza un minimo di convinzione e capacità dei propri mezzi.
Ma il destino ci ha permesso di rispondere a tante domande, se effettivamente la giovane tennista rumena poteva diventare la bestia nera dell'americana, una delle poche ad aver capito come mettere seriamente in difficoltà l'indiscussa numero 1 al mondo.
La finale di Singapore, valida per la WTA Championship, si è aperta subito con una Williams concentrata e aggressiva, ma anche sorridente, che aveva affermato alla vigilia, in maniera ironica, di cominciare dal vincere più di tre game (la partita di qualche giorno prima era finita 6-0 6-2) e poi chissà, anche qualche set.
Con il primo game conquistato al servizio, si è visto già il pugno in direzione dell'avversaria, segno che non si arrenderà facilmente, come accaduto mercoledì.
Simona, però, non si fa intimorire, e dimostra di non pagare la vicinanza dell'obiettivo finale, con un game vinto a zero, e il break nel game successivo.
Si ha subito l'impressione di poter assistere ad un'altra impresa della rumena, ma i nervi mettono a dura prova entrambe, e Serena risponde subito riportandosi in parità.
I colpi spettacolari si alternano a errori incredibili, con tutte e due le giocatrici che costruiscono occasioni e poi le "spediscono in corridoio".
La tensione costringe la due atlete a mettere poche prime in campo e a commettere troppi doppi falli, soprattutto quando Serena poteva portarsi sul 5-2 e ipotecare il primo set. Ma nonostante qualche momento di appannamento, l'americana è intenzionata a conquistare il parziale iniziale, e piazzando due game consecutivi, chiude per 6-3, inneggiando il tifo del pubblico.
A questo punto la numero 4 sembra incassare il colpo, non è più quella ragazza caparbia vista fino alla semifinale con la Radwanska. Con Serena non puoi avere questi attimi di riflessione, perché in pochi minuti ti ritrovi sotto 3-0 e con due break di svantaggio. Ormai la statunitense sembra aver ritrovato la giusta concentrazione ed essersi scrollata di dosso la brutta prestazione dell'ultima sconfitta.
I game successivi scorrono inesorabilmente rapidi, con Serena che riesce a vendicarsi replicando quasi il punteggio che gli aveva inflitto la Halep lo scorso 22 ottobre, con un 6-3 6-0 finale.
Ma poco importa, questo successo ha un'importanza diversa, perché permette alla numero 1 di vincere il suo quinto WTA Championship, terzo consecutivo dopo i due successi a Istanbul.
La Halep può comunque considerarsi soddisfatta per la finale conquistata nella sua prima partecipazione al torneo delle migliori.
Quando ha battuto Serena Williams la prima volta, durante la fase a girone, dava l'impressione di aver solo trovato la giornata giusta, ma non infliggi la peggior sconfitta degli ultimi 16 anni a Serena, senza un minimo di convinzione e capacità dei propri mezzi.
Ma il destino ci ha permesso di rispondere a tante domande, se effettivamente la giovane tennista rumena poteva diventare la bestia nera dell'americana, una delle poche ad aver capito come mettere seriamente in difficoltà l'indiscussa numero 1 al mondo.
La finale di Singapore, valida per la WTA Championship, si è aperta subito con una Williams concentrata e aggressiva, ma anche sorridente, che aveva affermato alla vigilia, in maniera ironica, di cominciare dal vincere più di tre game (la partita di qualche giorno prima era finita 6-0 6-2) e poi chissà, anche qualche set.
Con il primo game conquistato al servizio, si è visto già il pugno in direzione dell'avversaria, segno che non si arrenderà facilmente, come accaduto mercoledì.
Simona, però, non si fa intimorire, e dimostra di non pagare la vicinanza dell'obiettivo finale, con un game vinto a zero, e il break nel game successivo.
Si ha subito l'impressione di poter assistere ad un'altra impresa della rumena, ma i nervi mettono a dura prova entrambe, e Serena risponde subito riportandosi in parità.
I colpi spettacolari si alternano a errori incredibili, con tutte e due le giocatrici che costruiscono occasioni e poi le "spediscono in corridoio".
La tensione costringe la due atlete a mettere poche prime in campo e a commettere troppi doppi falli, soprattutto quando Serena poteva portarsi sul 5-2 e ipotecare il primo set. Ma nonostante qualche momento di appannamento, l'americana è intenzionata a conquistare il parziale iniziale, e piazzando due game consecutivi, chiude per 6-3, inneggiando il tifo del pubblico.
A questo punto la numero 4 sembra incassare il colpo, non è più quella ragazza caparbia vista fino alla semifinale con la Radwanska. Con Serena non puoi avere questi attimi di riflessione, perché in pochi minuti ti ritrovi sotto 3-0 e con due break di svantaggio. Ormai la statunitense sembra aver ritrovato la giusta concentrazione ed essersi scrollata di dosso la brutta prestazione dell'ultima sconfitta.
I game successivi scorrono inesorabilmente rapidi, con Serena che riesce a vendicarsi replicando quasi il punteggio che gli aveva inflitto la Halep lo scorso 22 ottobre, con un 6-3 6-0 finale.
Ma poco importa, questo successo ha un'importanza diversa, perché permette alla numero 1 di vincere il suo quinto WTA Championship, terzo consecutivo dopo i due successi a Istanbul.
La Halep può comunque considerarsi soddisfatta per la finale conquistata nella sua prima partecipazione al torneo delle migliori.
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