lunedì 13 ottobre 2014

Mondiale agli USA, ma si chiude un mese stupendo per le azzurre di Bonitta

Certamente rimane un po' di amarezza, ma quest'Italia ha concluso il Mondiale di casa ottenendo altri risultati importanti.

Il 4^ posto, per ciò a cui avevamo assistito fino alla semifinale con la Cina, va tanto stretto, ma aldilà della posizione raggiunta al termine della manifestazione, il gruppo di Bonitta è riuscito a incantare i palazzetti di Roma, Bari e Milano, portando migliaia di persone in quei piccoli stadi e avvicinando molti, per la prima volta, alla bellezza di questo sport.


L'entusiasmo che si era creato attorno a Piccinini e compagne è stato genuino, una cornice stupenda fatta di tifo sano e voglia di spingere le ragazze verso l'impresa.
Purtroppo la troppa grinta, probabilmente, ha giocato un brutto scherzo alle azzurre, quando la finale sembrava il minimo obiettivo perseguibile.
Le cinesi, squadra giovane ma compatta, con il gran lavoro svolto dalla allenatrice Lang, avevano sorpreso in positivo nella prima fase, vincendo 8 gare consecutive, prima di doversi giocare il primo posto alla fine della seconda settimana.

Di fronte alla forza delle azzurre però, le cinesi si sono arrese opponendo resistenza in un solo set, cedendo la testa di serie per l'ultima fase, alle italiane.
A quel punto il team di Bonitta a iniziato a credere seriamente nelle proprie capacità, con il forte Brasile evitato, ma con gli USA e la Russia sulla strada che le portava alle semifinali.
Il coach azzurro ha caricato le ragazze, prima delle Final Six di Milano, sostenendo che questo gruppo era in netta crescita, partita dopo partita, e la risposta del sestetto si è ben vista in campo.


3-0 da brividi alle ragazze statunitensi e 3-1 alla giovane Russia, che però nella rosa presentava giocatrici che hanno vinto gli ultimi due campionati mondiali. Dall'altra parte, il Brasile non ha avuto pietà di Cina e Repubblica Dominicana, lasciando a loro la battaglia per occupare l'altro posto per una semifinale. Gli USA sono scese in campo con tutt'altra testa contro le russe e hanno portato a casa la qualificazione con un netto 3-0, mentre la Cina sul filo di lana, è riuscita ad avere la meglio sulle dominicane.

Ma a quel punto la finale sembrava solo pura formalità, con le brasiliane che avrebbero avuto l'onore di essere le prime finaliste dichiarate, seguite dalle azzurre.
I successi di qualche giorno prima e il percorso fatto fino a quel momento, però, non significavano nulla. Le carioche sono crollate soprattutto mentalmente contro gli Stati Uniti, guidati da una Hill stratosferica, e succede l'inaspettato: 3-0 per la squadra di coach Kiraly e la possibilità di vincere il loro primo Mondiale.

Con il Brasile rimasto sorpreso, le azzurre avranno pensato di avere il trofeo in pugno, ma è arrivato quello che si temeva. Troppa convinzione, troppa euforia, e una Cina che non aveva nulla da perdere e con le idee ben chiare. I primi due set della semifinale, volano in un batter d'occhio, e in meno di un'ora sembra essere stato buttato tutto alle ortiche.
Poi la reazione veemente delle italiane e quel terzo set portato a casa, più con la testa che con la tecnica. E dopo la lotta punto a punto, i match-point delle cinesi e la voglia di non mollare delle azzurre, ma in questi momenti basta un azione per decidere la partita. Arriva sul 30-28 con il sogno di una finale persa e le lacrime della Allegretti, che come tutte le altre, ci aveva creduto fino all'ultimo.


Così abbiamo avuto la finale che non ti aspettavi, con gli Stati Uniti che ci hanno creduto di più, e le cinesi che hanno provato a tornare in partita, approfittando dei black-out e della paura di vincere delle ragazze di Kiraly, ma con le schiacciate della Larson e della Hill, e guidate dalla carica della Harmotto, le americane hanno messo le mani sul trofeo.

Anche con il Brasile, le azzurre sono partite contratte, non c'era più quella serenità vista sui volti prima delle semifinali, e nonostante ci sia stato un bellissimo recupero, che stavolta ha portato fino al 5^ set, nel tie-break decisivo è sfumato il bronzo.


Poco male, perché in questo mese si è vissuta un'atmosfera ricca di festa ed entusiasmo che ha circondato questo gruppo, 2 milioni di spettatori incollato davanti alla tv, altre migliaia sugli spalti, i nomignoli che sono stati creati come quello alla Diouf, il "braccio veloce del volley" o alla Chirichella, "la principessa".
E' stato bellissimo vedere una campionessa come Francesca Piccinini, in secondo piano, spingere le titolari in campo come una vera capitana, la grinta di Nadia Centoni e la perfezione al palleggio di Eleonora LoBianco nonostante le oltre 520 presenze in nazionale.
L'intesa Diouf-Ferretti è stata eccezionale, la sicurezza che ci ha dato Moki Di Gennaro in ricezione, da vero libero. Il muro a tratti invalicabile di Del Core e la giovanissima Cristina Chirichella, solo 20 anni per la napoletana.

Ma meritano tutte una menzione, perché Bonitta ha puntato da subito sull'unione, sull'utilizzo di tutte e 14 le convocate, un mix di freschezza, con Bosetti, Folie e Signorile, ed esperienza, con Cardullo e Arrighetti.
Un plauso speciale va alla Costagrande, argentina di nascita, solo dal 2010 con la maglia azzurra, quella divisa che ha onorato come tutte, vincendo già una Coppa del Mondo l'anno seguente, e offrendo un'altra grande prestazione in questa competizione.


Hanno migliorato solo di una posizione quel 5^ posto ottenuto quattro anni fa, non sono riuscite a replicare l'unico trionfo del 2002, ma onore a queste ragazze per questo mese vissuto con tante emozioni.  

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